Si chiama Ciano ed è un robot in grado di parlare con gli studenti, rispondere alle domande e trasmettere lezioni mediante contenuti audio e video.
Interamente progettato e realizzato dagli studenti e docenti Logistica e di Sistemi informativi aziendali dell’istituto “Jacopo Sansovino” di Oderzo, è stato presentato nell’ambito del convegno “Robotica e sviluppo sostenibile”.
Successivamente, il progetto è stato concretizzato in un laboratorio di robotica realizzato nel 2016 attraverso un “crownfounding” (cioè una raccolta diffusa su social di finanziamenti) all’interno del piano FabLab di Fondazione NordEst, grazie anche al supporto di Unindustria Treviso e di vari sponsor privati del territorio.
Grazie a Ciano, è possibile seguire le lezioni scolastiche anche se lo studente è impossibilitato ad andare a scuola: grazie alla trasmissione in audio e video dei contenuti formativi, può alzare la mano e fare domande e parlare con i compagni e i docenti.
Studiato per poter compiere dei movimenti senza “cadere” dal banco, un allievo impossibilitato a presenziare potrà interagire quindi, con i docenti ed i compagni molto più attivamente rispetto all’utilizzo di un programma di videochiamata.
Il tutto è permesso da una piattaforma web appositamente realizzata per questo sfidante obiettivo.
L’importanza delle nuove tecnologie come supporto per la formazione soprattutto per i più piccoli è un tema di forte attenzione da parte di docenti e di giovani ricercatori che con le loro startup studiano soluzioni di questo tipo.
Un esempio di questo tipo è fornito da “Paideia” una giovane startup tutta al femminile nata nel 2016 con l’obiettivo di sviluppare progetti didattici per le scuole, per i docenti e per le aziende con l’utilizzo di software, coding, robotica e mattoncini Lego.
Sono tre gli obiettivi delle giovani ricercatrici: innovare, formare e progettare.
Particolarmente curiosa è la formazione attraverso la metodologia Lego serious Play. “Una metodologia che coniuga il gioco con i mattoncini Lego con il contesto professionale” spiegano le tre fondatrici.
La metodologia è particolarmente adatta, infatti per descrivere e gestire le sfide e gli scenari complessi rispetto ai quali gli studenti e i gruppi di lavoro, in generale, hanno la necessità di giungere ad una soluzione condivisa a partire da una pluralità di risposte possibili.
Lego, quindi, non solo come gioco, ma anche come strumento didattico efficace, per una didattica inclusiva ed innovativa.
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