Una insegnante di 39 anni di una scuola primaria a sud di Milano, ogni sera manda via whatsapp ai suoi piccoli alunni, tra cui alcuni con disturbi di apprendimento, un video in cui legge una pagina di un libro.
La lettura, secondo l’insegnante, aiuta i più deboli e perché, ascoltando la sua voce li rende più tranquilli in questa situazione di stress.
Come è ormai noto, con tutte le scuole chiuse per evitare il diffondersi del contagio, i suoi studenti – alcuni con disturbi dell’apprendimento, come dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, nonché disturbi cognitivi, come l’autismo – sono costretti a casa e siccome sono dotati di una maggiore sensibilità, hanno bisogno di specifiche strategie didattiche e di tutta la sua immaginazione.
«Il lavoro è più che raddoppiato – racconta al Sole 24 Ore – da quando è iniziato tutto, sono più le attività extra che quelle ordinarie».
Preparate le lezioni e caricate sulla piattaforma virtuale, l’insegnante è seguita da 21 bambini, alcuni in diretta, altri in differita, perché possono guardare i video anche nel corso della giornata, anche se, spiega la maestra, lo sforzo maggiore, però, consiste nel farli sentire a loro agio, nonostante le ansie, normali, dei genitori in questi giorni.
Inoltre la docente ha creato una chat esclusiva con ciascuna famiglia in modo che possano comunicare con lei tutte l volte che vogliono
La situazione di questi giorni, spiega, non è facile. «Ho visto mamme e papà davvero provati, hanno bisogno di aiuto, occuparsi dei loro figli per ventiquattro ore al giorno può essere davvero dura». Per questo, ha provato a suggerire loro alcuni esempi di attività da svolgere insieme. L’importante, sottolinea ancora, è che i piccoli tengano la mente – e le mani – impegnati con qualcosa di creativo e di utile.
Nello stesso tempo, Flavia Piccoli Nardelli, capogruppo Pd in Commissione Cultura e componente la commissione Vigilanza Rai, ha dichiarato: “La Rai sta modificando i suoi palinsesti nella consapevolezza del ruolo di servizio pubblico che svolge per la comunità del nostro Paese. Più scuola, più programmi culturali, più occasioni di intrattenimento alto, però é necessaria anche più attenzione per i più deboli, per chi paga a causa di gravi patologie il prezzo più alto in termini di mancata socialità è ridotta assistenza. Questo è il motivo per cui chiediamo alla Rai che vengano mantenuti e sostenuti tutti quei programmi che si occupano di disabilità e che rendono onore al nostro servizio pubblico”.
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