“Il Governo d’accordo sul costo standard?” chiede Pasquale Almirante su TS del 17 febbraio. Cerchiamo di rispondere.
Conviene notare subito che il Governo non c’era, né era rappresentato al convegno del 13 febbraio a Palazzo Giustiniani sulle scuole paritarie. È vero che nella locandina iniziale era riportata la partecipazione della ministra Lucia Azzolina, ma questa, quando lo seppe, ne chiese la cancellazione, infatti non aveva aderito, né aveva ricevuto nessun invito. Malpezzi e Fedeli erano sì presenti ma a titolo personale, non a nome del Governo, né del Pd, per quanto risulta.
Poi come potrebbe il Governo, o chiunque, essere d’accordo sull’ipotesi vaga o sull’idea generica di costo standard? Infatti il Gruppo di Lavoro (Fedeli-Berlinguer), che avrebbe dovuto verificare e validare, non si è mai riunito nel biennio 2018 e 2019 perché bloccato dall’allora ministro Bussetti! E poi come credere all’ipotetico e stratosferico risparmio nel budget Miur di 11 miliardi di euro (cioè da 59 mld a 47 mld); il risparmio era addirittura superiore e pari a 17 miliardi (da 55 mld a 38 mld) quando nel 2015 il costo standard fece il suo debutto.
“Tutti d’accordo”, riporta l’articolo di Almirante basato su fonti allineate alle paritarie, ma non è affatto così, non risulta che lo siano “tutti gli schieramenti, di maggioranza e di opposizione”, la maggioranza non c’era e non avrebbe avuto senso confrontarsi con l’opposizione in un convegno – sia pure nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani – invece che in una sede istituzionale.
Vincenzo Pascuzzi
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