Duro articolo del quotidiano Libero dopo l’accordo sulla mobilità tra Miur e sindacati e l’abolizione dell’obbligo di permanenza di tre anni nella stessa regione dopo l’assunzione. Su 207mila, in 60mila sono tornati a casa con un escamotage. Il quotidiano diretto da Vittorio Feltri punta il dito contro la “Buona Scuola” ormai diventata “Scuola Caos”.
Un andirivieni di professori da Sud a Nord con studenti costretti a un turnover impazzito di supplenti (quattro o cinque per mese addirittura). “Tanti furbetti”, poi, beneficiano di escamotage per tornare a casa contando su un stipendio statale anche se magro. Con danno totale per studenti e famiglie (come è accaduto a Padova, clicca qui per leggere l’articolo). Una situazione insostenibile – sostiene Libero – da risolvere il prima possibile.
In un commento apparso sulla prima pagina il quotidiano si scaglia contro quei professori che spediscono certificati di malattia per non prendere servizio e insinua il sospetto che alcuni abbiano accettato l’incarico solo per “prendere il posto”.
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Quale futuro può avere un paese che non sa garantire un maestro ai suoi bimbi. Insegnare è bellissimo, significa lasciare un segno nella vita degli alunni, non solo trasferire nozioni. Che segno lascia la maestra che rinnova la sua malattia ogni settimana? Che non esiste l’etica del lavoro e che fare questo mestiere non è una cosa seria. Passa un messaggio pericoloso e quello che conta è solo il proprio interesse: prendersi il posto e poi chissenefrega.
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