E’ partito il nuovo anno scolastico anche per gli studenti: infatti, in Alto Adige la prima campanella è suonata oggi, 5 settembre.
Nei prossimi giorni pian piano torneranno sui banchi i compagni del resto d’Italia che affronteranno un nuovo anno scolastico. Ma che come studieranno gli alunni, ormai definitivamente nativi digitali? Preferiscono i libri di carta o gli strumenti digitali?
Un un sondaggio ScuolaZoo condotto su un campione di 4200 ragazzi nati fra il 2005 e il 2000, rivela la sorpresa, ovvero che l’82% del campione ha dichiarato di preferire il vecchio libro di carta.
Inevitabilmente, le scelte della scuola che si frequenta possono incidere sulla preferenza del digitale o del cartaceo. Infatti, nel 75% delle scuole italiane si adottano ancora esclusivamente libri di testo cartacei. Ma non solo: anche se l’insegnante condivide e diffonde dispense in formato digitale, gli studenti preferiscono comunque stamparle per poter studiare meglio.
A quanto pare solo il 20% degli istituti utilizzano entrambi i tipi di testo, mentre solo il 5% delle scuole ha optato esclusivamente per il libro digitale.
Il motivo della scelta quai unanime del cartaceo, in base ai risultati del sondaggio ScuolaZoo, risiederebbe nel fatto che il libro di carta garantirebbe maggiore concentrazione a differenza del testo online. Senza contare che sul cartaco gli alunni possono sottolineare con colori diversi, inserire frecce, appunti a margine e attaccare post-it, inserire segnalibri e fare orecchiette sulle pagine. In realtà tutte attività riprodotte sui testi digitali ma che per il momento non sembrano trovare grande appeal.
Nell’epoca del web 3.0 c’è però qualche romantico: alcuni alunni infatti scelgono la carta per il profumo dei libri nuovi a inizio anno, e che vogliono vederli consumarsi di giorno in giorno e perché non vogliono rinunciare al soffice fruscio della carta quando gira….
In realtà il digitale non è messo in soffitta. Piuttosto, sembra che gli studenti italiani vogliano sfruttarlo per le potenzialità maggiormente utili. Insomma, prendere il meglio del cartaceo e del digitale e costruire un metodo di studio integrato.
Per cui il 64,5% dei rispondenti usa gruppi WhatsApp per studiare e per confrontarsi con i propri compagni, ma il 78,9% di loro preferisce incontrarsi dal vivo per ripetere. Oppure: per la condivisione degli appunti, se solo il 38,5% degli intervistati utilizza regolarmente degli spazi di archiviazione online condivisi (ad esempio Google Drive), l’80% ritiene che comunque sarebbero uno strumento estremamente utile allo studio e all’apprendimento in aula e a casa.
La domanda sorge spontanea: perchè i nativi digitali ancora non si fidano del digitale per lo studio? Non sarà forse colpa degli insegnanti, o meglio ancora, della scuola italiana che ancora stenta ad introdurre metodologie didattiche basate sul digitale?
La domanda non può trovare una risposta univoca e certa adesso. Possiamo solo dire che il cambiamento verso il digitale è in corso, ma non prevede grosse novità. Se non quelle paventate dal Ministro Bussetti, che ha intenzione di puntare sul tablet per la didattica, in modo da farlo diventare il nuovo quaderno.
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