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Libri e scuola sono taumaturgici, la parità di genere passa da lì: esce ‘Cronaca di donne, da Pandora al pandoro’, saggio sul rispetto dell’altro

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“I libri hanno un ruolo formativo e taumaturgico: sono utili a rafforzare pure l’emancipazione delle donne e a educare tutti al rispetto. È importante anche abituare al rifiuto, a liberarci dallo stigma dell’abbandono: da un ‘no’ non si può arrivare alla morte. E la scuola può essere decisiva nel coltivare questi valori”. A sostenerlo è Clara Artale, docente, giornalista e archeologa siciliana, autrice del saggio “Cronaca di donne, da Pandora al pandoro – Appunti sparsi sul senso di colpa (dolci inclusi)”.

Il saggio è un viaggio nella storia e nella mitologia alla ricerca del modo in cui la donna è stata descritta. “Con il testo – spiega Artale – ho riflettuto sulla condizione della donna in un momento storico in cui la società è in evoluzione, ma fatica ad adeguarsi al nuovo impianto, a partire dal ruolo della donna all’interno del contesto familiare e professionale. Ma non è tutto, poiché purtroppo la cronaca ci racconta troppo spesso fatti cruenti, legati alla violenza sulle donne”.

Artale si interroga su quanto la società sia davvero pronta ad accogliere la rivoluzione rosa e se la lingua più bella del mondo sia pronta ad appellare maestra una intellettuale e maestro un insegnante di scuola primaria senza pensare a un geniale direttore d’orchestra.

“Ho indagato le modalità con le quali la donna è stata descritta nella storia, nella mitologia e dalla società: in questo discorso parto proprio da Pandora – afferma l’autrice – prima dama del mondo mandata sulla terra proprio col fine di punire gli uomini. Dopo che gli dei le fecero dono di alcune virtù, Hermes la fornì di astuzia e curiosità; Zeus consegna a Pandora un vaso con il divieto assoluto di aprirlo, ma la fanciulla, colta per forza di cose da curiosità, scoperchia il vaso lasciando scivolare per le vie del mondo i mali. Accortasi che qualcosa non andasse per il verso giusto – il dio alato oltre alla curiosità le dona la furbizia – copre il vaso lasciando sul fondo del contenitore la speranza (da qui il detto latino Spes ultima dea)”.

“Da donna – continua Artale – mi sono interrogata sul senso di colpa e mi chiedo se esso non sia collegato al modo in cui ci hanno descritte e dipinte; con ironia (spezia con cui ho deciso di condire questo piatto, senza dimenticare che insegno in un istituto professionale per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera di Milano) mi chiedo: è nato prima il senso di colpa femminile o la sensazione che la colpa sia delle donne?”.

Da Pandora passo poi a Eva, mandante della raccolta proibita della mela, e a Elena, considerata unica responsabile della guerra di Troia sorvolando sul fatto che l’avidità di potere dei re greci aveva già messo gli occhi sulla città dalle mura inespugnabili da molto tempo. Si arriva anche a tempi più recenti in cui parlo di femminicidio, piaga della nostra società.

L’ultimo capitolo, “Senza fine”, è dedicato alla speranza e si ricollega idealmente a Pandora: l’augurio è che si possa sempre più parlare di parità di genere e fine della violenza. Bisogna focalizzare l’educazione al rispetto sui più piccoli e dedicarci alla disciplina della cura dell’altro: amore e morte non possono stare nella stessa frase. Una delle spiegazioni etimologiche della parola amore è proprio a-mors, cioè senza morte. Chi ama desidera solo il bene dell’altro, ogni forma di violenza è figlia dell’odio, non facciamo mai l’errore di legare il femminicidio all’amore”, ha aggiunto Artale.

“Di recente – continua la scrittrice e docente – il padre di Giulia Cecchettin, ragazza uccisa un anno fa, ha lanciato la “Fondazione Giulia” e ha parlato della proposta di introdurre un’ora di educazione all’affettività a scuola. Credo che sia un’azione necessaria ed estremamente efficace: nel mio piccolo sto organizzando un tour che mi porterà in giro per le scuole per parlare di rispetto e futuro roseo, senza più femminicidi”.

“A marzo sarò in Puglia, dove sono stata invitata alla manifestazione “Taranto legge“, una rete di scuole che, insieme, cercano di promuovere l’importanza della lettura tra i ragazzi. È indispensabile la cooperazione tra istituzioni scolastiche al fine di far emergere la funzione della scuola come centro educativo, dove si originano progetti culturali, sociali e civili. Io e Pandora siamo in giro già da un po’, per dire a voce alta che parlare di donne non è mai abbastanza e che è possibile sperare e creare un mondo migliore”, ha concluso Artale.