Creare una “task force” finalizzata a sostenere il libro. Perché la lettura è uno degli elementi chiave per tornare a essere competitivi. L’annuncio è stato fatto il 10 ottobre, alla Buchmesse di Francoforte, da Paolo Peluffo, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Editoria, intervenuto alla presentazione dello stand italiano insieme al presidente dell’Aie Marco Polillo.
“Le norme, le agevolazioni fiscali e i contributi economici – ha detto Peluffo – sono importanti, ma serve una grande azione sinergica di tutti gli attori della filiera. Dobbiamo portare i libri nelle scuole, nelle famiglie, in tutti i luoghi di ritrovo delle persone. Sulla scia della campagna di comunicazione sulla lettura promossa da questo Governo, nelle prossime settimane proporrò l’istituzione di una task force sul libro, un gruppo di lavoro interministeriale che adotti tutti le misure necessarie a sostenere e promuovere la lettura, nella scuola e nelle università, innanzitutto. Viviamo nella società dell’informazione e l’economia della conoscenza è divenuta, negli ultimi anni, il principale motore della globalizzazione. Potremmo essere competitivi solo se il libro tornerà ad essere al centro della vita di ciascuno di noi”.
Ora, basterà un’iniziativa così limitata e a breve termine, per migliorare la scarsa propensione degli italiani alla lettura? Il cambio di marcia, di sicuro, è necessario: secondo alcuni dati forniti nella stessa giornata dall’Associazione italiana editori, nel 2011 sono state oltre 723mila le persone in meno, rispetto all’anno precedente, che hanno letto almeno un libro. Un calo di quasi il 9% che dovrebbe far riflettere. Al pari del confronto con l’estero: se in Italia ha comprato almeno un libro meno della metà dei cittadini (circa 26 milioni), in Francia sono stati il 70%. E in Germania addirittura più dell’80%.
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