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Libri: mafia e fascismo, svelata l’area grigia

Fa luce sui reali rapporti tra regime e mafia il saggio di Vittorio Coco intitolato ‘La mafia, il fascismo, la polizia’, pubblicato dal centro Pio la Torre. Il testo, arricchito da una documentazione d’archivio, ricostruisce il contesto storico dell’Isola dopo la prima celebre campagna antimafia affidata al prefetto Cesare Mori nella seconda metà degli anni Venti, e svela come la cosiddetta ‘area grigia’ dei professionisti al servizio della criminalità fosse già attiva a partire dagli anni Trenta. E’ in questo periodo, in seguito a un nuovo peggioramento dell’ordine pubblico nell’Isola, che il fascismo avvia una seconda, e molto meno pubblicizzata, repressione del fenomeno, con l’istituzione dell’ispettorato generale di pubblica sicurezza per la Sicilia, un organismo composto da una forza mista di agenti e carabinieri e presieduto dall’ispettore Giuseppe Gueli, di cui nel saggio si ricostruisce la carriera.
”La nascita dell’ispettorato avviene in assoluto silenzio stampa per non contraddire gli slogan del regime fascista sulla mafia sconfitta e cancellata – spiega Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre – la ricerca storica di Vittorio Coco sfata la leggenda secondo la quale il fascismo avrebbe debellato definitivamente la mafia. Nonostante la repressione organizzata dal prefetto Mori e propagandata con grande clamore mediatico, anche internazionale, la mafia durante il regime continuerà a prosperare”.
”Gli anni Trenta sono un territorio meno esplorato nella riflessione su mafia e fascismo -osserva lo storico Salvatore Lupo nella prefazione al volume – ma tra i documenti più rilevanti di questa seconda campagna antimafia, l’autore ha trovato un verbale di polizia del 1938 relativo ai gruppi mafiosi dell’agro palermitano. Nel verbale, a un decennio dall’operato di Mori, si riconosce che la mafia dal prefetto fu ‘sfrondata, ma la base e le radici rimasero intatte, poichè costituite da stati maggiori formati da professionisti titolati, grazie ai quali i mafiosi si salvarono indossando la maschera dei galantuomini”.(ANSA).

Redazione

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