In questi giorni, mentre manca pochissimo al ritorno sui banchi, fissato per settembre, si parla moltissimo di caro libri e del costo che dovranno affrontare le famiglie per acquistare i libri di testo scolastici ai propri figli senza “svenarsi”, soprattutto in un periodo di rialzo generale dei prezzi di molti beni.
Il sociologo Marco Albertini, docente dell’Università di Bologna, ha scritto qualche giorno fa un tweet polemico contro il costo, da lui giudicato elevato anche per chi è benestante, dei libri di testo previsti per la scuola dell’obbligo, nel suo caso per il figlio che dovrà a breve frequentare la terza media. In totale si tratta di 320 euro.
“E mi sono limitato al piccolo perché si tratta di scuola dell’obbligo perché poi ci sarebbe il grande che fa il liceo e lì la spesa sono oltre 500 euro”, ha detto a La Repubblica. “I libri dovrebbero essere a carico dello Stato. Peraltro non è chiaro perché alla primaria sì e alle medie no. Anche perché aumentano studi e ricerche che evidenziano come i costi diretti della scuola pesino sulle famiglie di provenienza. E dove i soldi sono pochi e magari il contesto disagiato si finisce per vivere l’istruzione come un peso e non un’opportunità”, questa l’opinione dello studioso.
Quest’ultimo ha riconosciuto di essere comunque in una posizione di privilegio; quello che chiede è un cambio di mentalità: “Quello che contesto è l’idea che il sostegno alla scuola sia carità. Non siamo nell’Inghilterra dell’800. E comunque io sono un docente universitario, una persona fortunata, ma sul nostro bilancio familiare quasi mille euro a settembre dopo l’estate pesano. Non oso pensare in altri contesti”.
Secondo Albertini qualche bonus statale sarebbe dovuto essere destinato alla scuola: “Basta pensare ai bonus, ne hanno fatti su tutto, dalla casa alla bici elettrica passando per le terme mentre sulla scuola, i libri, nulla. Opportunità evidentemente rivolte alla classe media con un potere di spesa, visto che sono rimborsi. Mi è chiaro il meccanismo economico, ma contesto il fatto che siano misure per chi già ha. A me uomo di sinistra lasci l’amaro in bocca che per i volumi scolastici l’aiuto sia solo per i poverissimi, mentre il bonus per le terme è erogato a tutti. Senza distinzione di reddito. Bizzarro no?”.
“Sono tante, gli studi lo dimostrano: dal basso numero dei laureati in Italia, al livello di chi esce dalla scuola. La famiglia di provenienza finisce per incidere sul rendimento scolastico. Poi visto che in teoria sta tanto a cuore il calo demografico, che bisogna fare più figli e che l’istruzione fino a 15 anni è, per fortuna, obbligatoria, forse una mano in più servirebbe anche in questo senso”, ha concluso, parlando delle conseguenze a lungo termine di un accesso difficoltoso alla cultura.
Come scrive La Repubblica, si parla di circa uno stipendio da spendere per ogni corredo scolastico di un figlio. I calcoli li ha fatti Federconsumatori che, tramite il suo osservatorio nazionale, ha monitorato i prezzi rilevando un aumento del 6,2% per il corredo scolastico (zaino, astuccio, matite, quaderni eccetera), del 4% per i libri ma anche un rincaro per tablet e pc, sempre più spesso utilizzati dai ragazzi per studiare. A crescere, nel caso dei prodotti tecnologici, è soprattutto il prezzo minimo: un pc portatile oggi parte da 249 euro (+12% sul 2022), un tablet non si trova a meno di 149 euro (+16%).
Come sempre la batosta più sonora spetta alle famiglie in cui un figlio sta per iniziare un ciclo scolastico. Perché i libri e i dizionari vanno tutti acquistati e, molto spesso, si coglie l’occasione per rinnovare anche il corredo. Si fa presto a superare quota mille euro, calcola Federconsumatori: per uno studente di prima media si spenderanno 488 euro per manuali e due dizionari (+10% sul 2022), ai quali vanno aggiunti 606 euro per il corredo scolastico, calcolando anche i ricambi che serviranno durante l’anno. Totale: 1095 euro. Per una ragazza o ragazzo al primo anno di superiori va anche peggio. Ipotizzando un liceo o un istituto tecnico serviranno in media 695 euro per libri e quattro dizionari che, sommati ai 606 di un corredo nuovo di zecca, portano la somma a oltre 1300 euro.
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