Un tempo l’estate dei giovanissimi era scandita dal numero delle pagine dei libri delle vacanze.
C’erano quelli suddivisi in capitoli, a seconda delle materie e degli argomenti. E quelli che facevano una sorta di summa dell’intero programma svolto nell’ultimo anno accademico. Ad affiancarli, maestre e professori davano una lista di titoli tra cui scegliere almeno un paio di letture.
I titoli potevano variare: di certo c’erano gli immancabili come Cuore di De Amicis, Piccole Donne o Pinocchio.
Ma oggi c’è ancora questa “usanza”? E, soprattutto ragazzi, e bambini leggono ancora durante le vacanze? Su cinque, soltanto uno dice di leggere più di un libro tra giugno e agosto.
Gli altri sostengono di non avere tempo, nonostante le ore da poter dedicare alla lettura nell’arco di una giornata siano maggiori rispetto all’inverno.
Il problema, secondo noi, è che sempre più spesso si preferisce dedicare il tempo libero guardando un film, piuttosto che leggere una storia: quell che appare a video, è immediato, non richiede una dose di concentrazione come quella necessaria per leggere.
Ma anche quando i ragazzi decidono di compiere questo “sforzo”, la scelta ricade su libri troppo brevi e semplici per le capacità e le proprietà di linguaggio che teoricamente dovrebbero aver acquisito.
Se una volta un ragazzo di dodici anni era in grado di leggere e apprezzare la narrativa di un autore come Italo Calvino, oggi a pochi insegnanti verrebbe in mente di assegnare agli alunni un libro come Il visconte dimezzato o Il barone rampante.
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In primis, perché non riscontrerebbero ampio entusiasmo nella maggior parte dei ragazzi, ormai avvezzi ad una narrativa d’altro tipo, più immediata e con un linguaggio più moderno e semplice.
La verità è che tutto questo è sintomo di un qualcosa di più grande, ovvero la perdita del piacere della lettura. Ormai il rapporto tra i più giovani e i libri è sempre più di natura meramente accademica, motivo per cui nel loro tempo libero i ragazzi preferiscono distaccarsi da qualsiasi cosa abbia a che fare con gli obblighi scolastici.
D’altra parte si è persa anche una vera e propria educazione alla lettura, che andrebbe portata avanti tanto nell’istituzione scuola quanto a casa: iniziare i bambini al piacere che un buon libro può dare stimola non solo la loro curiosità ma anche la loro capacità di immaginazione.
Per non parlare dei numerosi benefici che ne trarrebbero dal punto vista morfologico, sintattico e lessicale.
Certo, oggi i libri trovano rivali temibili nei vari dispositivi elettronici ormai immancabili nella casa di ciascuno di noi. Dispositivi che oltretutto hanno abbassato notevolmente la soglia di attenzione e la capacità di concentrazione di tutti noi.
Ma se si riesce a trovare il libro giusto per noi e se ci si lascia andare al flusso delle parole, leggere può essere ancora il viaggio più entusiasmante da compiere comodamente seduti sul sofà di casa.
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