I disturbi dell’umore possono capitare a tutti, ma esiste una soglia oltre la quale è plausibile parlare di disturbi in senso depressivo, una condizione nella quale si riscontra un appiattimento dell’umore verso il basso caratterizzato da uno stato di insoddisfazione e pessimismo, di solitudine e di isolamento.
L’adolescenza in modo particolare è una di quelle fasi durante la quale può accadere che i disturbi dell’umore entrino nell’esistenza dei giovani, provocando stati d’animo spesso difficile da leggere e interpretare con la dovuta attenzione, ma che possono portare a gravi conseguenze.
Nel testo di Gabriele Sani, “Adolescenti e disturbi dell’umore. Come possiamo aiutarli”, Il Mulino, sono presi in osservazione tre ragazzi in modo particolare: Anna, Stefano, Camilla le cui storie sono accadimenti che possono verificarsi in ogni famiglia. E di conseguenza il più delle volte si ritorcono pure a scuola, nei rapporti coi compagni e con gli insegnanti i quali non riescono talvolta a entrare nel disagio profondo di questi adolescenti, limitandosi magari a dare giudizi negativi o a non prendere tali difficoltà nella loro più intima essenza.
Dunque, suggerisce l’autore, occorre ascoltare i ragazzi, osservarli attentamente, per imparare ad accogliere la loro per confrontarla con la nostra sofferenza.
Si parla dunque di disturbo dell’umore quando si verifica una compromissione del funzionamento in ambito sociale o affettivo o scolastico nelle varie aree di vita più importanti e decisivi per gli adolescenti.
Il ritiro sociale,in modo particolare, è, nel caso proprio dei ragazzi in questa fascia di età, uno dei più importanti campanelli d’allarme che la famiglia o la scuola non possono sottovalutare.
Ma oltre a questo, che appare il più comune, come nel libro è raccontato, altri momenti si possono osservare per capire il disturbavo dell’umore. Fra questi i più considerati sono i disturbi del sonno, la mancanza di energia, diminuzione di interesse per la scuola e per le attività, sentimenti di autosvalutazione, ridotta capacità di concentrarsi, bulimia o anoressia. Sintomi chiari insomma ma che bisogna sapere leggere e interpretare.
Tuttavia, siccome tutte queste sono per lo più condizioni molto comuni, non è sempre facile riconoscere che si è difronte alla presenza di un disturbo grave dell’umore.
E le cose si complicano quando sopravvengono persino pensieri di morte o di suicidio o di autolesionismo, casi che l’autore esamina e che descrive fornendo dettagli per la loro prevenzione.
Ma allora quali sono gli interventi possibili? Come contrastare i disturbi dell’umore in una età così delicata?
Gabriele Sani docente di Psichiatria presso Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché Direttore U.O.C di Psichiatria Clinica e d’Urgenza, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roma li descrive con accurata attenzione.
Tra le esperienze, nel testo singolare appare la storia di Anna i cui disturbi prendono avvio dopo una delusione subita dal primo ragazzo per cui ha sentito una diversa palpitazione.
Dunque una tappa obbligata della vita di una adolescente, nel passaggio proprio all’età adulta, che per lo più determina la rottura di un equilibrio costruito magari con qualche difficoltà.
Per questo, nel “mondo instabile dei ragazzi”, la scuola, con la sua organizzazione ancora ferma a modelli ottocenteschi, può diventare, per chi soffre di questi disturbi, una sorta di “regno degli orrori”.
Un approccio dunque diverso, una accoglienza per questi adolescenti che si può costruire tra docenti, medici e psicologi, elaborando un efficace percorso terapeutico che accompagni i giovani fuori dalla patologia e li restituisca alla loro vita.
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