Si discute ancora molto sulla scelta di una docente di lettere di un liceo della provincia di Brindisi, di leggere in classe il libro del generale Vannacci, “Il Mondo al Contrario”, nel corso delle ore di Educazione Civica. Nonostante la dirigente scolastica abbia difeso le intenzioni dell’insegnante, pare che sia pronta un’interrogazione parlamentare al Ministro Valditara, cosa che ha fatto sospendere la lettura in classe del testo.
A intervenire sono anche gli studenti, che sposano la causa della professoressa e sono allibiti da ciò che sta accadendo. In particolare, il rappresentate di istituto, Andrea Raho ha dichiarato a RaiNews: “Non è mai stato preso come un buon esempio, né dalla professoressa né dagli alunni, siccome questo libro voleva essere usato durante l’ora di educazione civica l’intento è quello di parlare di temi di attualità. Analizziamo le sue tesi per poterle criticare”.
Un genitore, secondo il racconto della preside, si è lamentato: “La professoressa ha avuto un attimo di perplessità e voleva interrompere il lavoro perché s’era sentita sotto accusa da parte di un genitore, temeva che gli studenti non avessero capito. Invece no, hanno apprezzato il modo di discutere sull’argomento non riferendosi soltanto al contenuto del libro ma anche alle fonti citate nel testo che a volte non sono attendibili”.
A quanto pare tutto è nato dallo stimolo degli studenti: “Anche ora che è stato scatenato un caso appoggiano tutti la docente che, tra l’altro, è referente per il teatro e la formazione. Nostro malgrado, nessuno l’aveva previsto anche perché la scelta di Vannacci è venuta spontanea dall’interesse dimostrato dai ragazzi”.
“Siamo in una scuola che affronta molti temi e la scelta della professoressa rientra nell’autonomia didattica sempre all’interno del curriculum di educazione civica che prevede l’ampliamento del pensiero critico. La scelta di come farlo è del singolo docente e questo non è contrario al suo dovere. Ripeto che mi sono accertata che i ragazzi fossero consapevoli e che il libro fosse affrontato in modo da poter eventualmente prendere distanza da esso. E’ un caso di crescita culturale nel quale la docente ha lasciato che i ragazzi facessero un lavoro controllato. La scelta dei libri su cui lavorare rientra nelle libertà dell’insegnante”, ha concluso la dirigente scolastica.
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