Attualità

Libro Vannacci a scuola, la dirigente: “La scelta rientra nell’autonomia didattica. I ragazzi non hanno dovuto comprarlo”

La notizia della scelta di una docente di un liceo della provincia di Brindisi di leggere in classe il libro del generale Vannacci, “Il Mondo al Contrario”, nel corso delle ore di Educazione Civica, ha fatto davvero scalpore. La dirigente scolastica si sente di difendere la decisione dell’insegnante di lettere.

I chiarimenti della dirigente

Ad un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera la preside ha detto: “Il libro del generale Roberto Vannacci sarà anche divisivo e ha spaccato l’opinione pubblica, ma gli studenti della professoressa si erano incuriositi e, soprattutto, avevano capito lo scopo di questo lavoro che io approvo”.

Ecco come è venuta a conoscenza della faccenda: “Da me è venuto un genitore che ne voleva sapere un po’ di più, ma senza far polemica. Allora sono andata in classe e ho parlato con la docente per capire i motivi della scelta. Ho visto che i ragazzi erano concordi con lei anche perché potevano trattare argomenti inseriti nel libro di Educazione Civica. Nel percorso scolastico avevano già lavorato su altre notizie di cronaca, avevano lavorato su articoli di giornale approfondendo altri aspetti che permettono di discutere in classe. Ho parlato con loro e mi sono resa conto che avevano capito lo scopo e lo spirito della scelta”.

“La docente ha ritenuto che fosse un buon modo di aiutarli anche a prenderne le distanze, sempre nella correttezza dell’esposizione del testo, anche della satira, per far capire che ci sono diversi aspetti per affrontare determinati argomenti e gestire le notizie”, ha aggiunto.

Ecco anche alcuni chiarimenti: “I ragazzi non hanno dovuto comprare il libro, come tutti i giovani frequentano i social e hanno trovato il modo di procurarselo”.

“Tutti appoggiano la docente”

Un genitore, secondo il racconto della preside, si è lamentato: “La professoressa ha avuto un attimo di perplessità e voleva interrompere il lavoro perché s’era sentita sotto accusa da parte di un genitore, temeva che gli studenti non avessero capito. Invece no, hanno apprezzato il modo di discutere sull’argomento non riferendosi soltanto al contenuto del libro ma anche alle fonti citate nel testo che a volte non sono attendibili”.

A quanto pare tutto è nato dallo stimolo degli studenti: “Anche ora che è stato scatenato un caso appoggiano tutti la docente che, tra l’altro, è referente per il teatro e la formazione. Nostro malgrado, nessuno l’aveva previsto anche perché la scelta di Vannacci è venuta spontanea dall’interesse dimostrato dai ragazzi”.

“Siamo in una scuola che affronta molti temi e la scelta della professoressa rientra nell’autonomia didattica sempre all’interno del curriculum di educazione civica che prevede l’ampliamento del pensiero critico. La scelta di come farlo è del singolo docente e questo non è contrario al suo dovere. Ripeto che mi sono accertata che i ragazzi fossero consapevoli e che il libro fosse affrontato in modo da poter eventualmente prendere distanza da esso. E’ un caso di crescita culturale nel quale la docente ha lasciato che i ragazzi facessero un lavoro controllato. La scelta dei libri su cui lavorare rientra nelle libertà dell’insegnante”, ha concluso la dirigente scolastica.

Redazione

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