Il libro scritto dal generale Roberto Vannacci di cui tanto si è sentito parlare durante la scorsa estate, “Il mondo al contrario”, è stato scelto come testo da leggere in classe nelle ore di Educazione Civica. Questo quanto è stato deciso da una docente di lettere in un liceo scientifico della provincia di Brindisi.
“Aiuta a sviluppare il pensiero critico” è il commento della docente, riportato da La Repubblica. “Il libro consente di parlare di diversi campi, dalla famiglia alla patria, dall’ambiente all’energia, questi sono i capitoli del libro – precisa la professoressa – I ragazzi hanno la possibilità di confrontarsi con un libro dal quale possono prendere le distanze, perché per prendere le distanze da un libro bisogna leggerlo”.
Queste alcune delle dichiarazioni contenute nel libro che hanno scatenato una vera e propria pioggia di polemiche: “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione” e “Anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”.
All’interno del libro c’è spazio anche per argomenti cari alla scuola. Come riporta Fanpage.it innanzittutto Vannacci se la prende con gli asili nido e i servizi all’infanzia: a suo avviso questi sono nati per colpa del rifiuto della figura di donna madre da parte di movimenti femministi.
Secondo il generale, inoltre, nelle scuole non si dovrebbe introdurre la carriera alias per gli alunni in transizione di genere. E, infine, ecco invece una proposta: secondo Vannacci prima di ogni ora di lezione bisognerebbe far salutare la bandiera italiana a tutti gli studenti.
Poco più di un mese fa abbiamo dato notizia della presentazione del controverso libro in un liceo di Afragola. Dopo che si è scatenato un polverone il dirigente scolastico dell’istituto ha fatto dietro front. “Ho deciso, per motivi contingenti, di declinarne l’opportunità, soprattutto perché, lo ha detto lo stesso Generale nella prefazione: ‘…questo libro è destinato ad un pubblico adulto e maturo..’. E noi abbiamo dodicenni/diciottenni”, questa la sintesi della sua riflessione, affidata ai social.
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