Centinaia di studenti delle scuole superiori di Milano non si rassegnano all’ennesimo rinvio del tanto atteso ritorno a scuola in presenza. E in modo particolare dopo le dichiarazioni del presidente della Regione, Fontana: “E’ chiaro che se ci fosse un passaggio alla zona rossa si proseguirebbe automaticamente con la didattica a distanza al 100% per la scuole superiori”.
Loro, gli studenti hanno deciso intanto di spegnere per oggi gli schermi della didattica a distanza e scendere in piazza davanti alla sede della Regione Lombardia, in segno di protesta contro una classe politica: “Oggi doveva essere una normale giornata di scuola, invece non lo come non lo è da ormai troppo tempo. Ancora una volta Fontana e la sua Giunta si sono resi responsabili di un’ulteriore chiusura della scuole fino al 24 gennaio e noi siamo qui per dire che ci sentiamo presi in giro e non staremo più ad ascoltare in silenzio”.
Ma anche il Governo contestato, compresa la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. “Se ci ritroviamo qui oggi ancora fuori dalla scuole con le scuole chiuse evidentemente non c’è stata abbastanza volontà e la scuola non è ancora vera priorità, come non lo è stata negli scorsi anni, del nostro Paese. Siamo in zona arancione, le vie delle shopping sono aperte e attive, la gente si riversa nei negozi e noi ogni giorno ci colleghiamo davanti a un computer”.
In ogni caso, sembra che la protesta andrebbe avanti fino al ritorno sui banchi. “Tutto ciò che poteva essere frustrazione quest’anno si è trasformato in rabbia. Ciò che preoccupa è l’emergenza psicologica che noi giovani dovremo affrontare dopo la pandemia”.
Rimangono intanto in sospeso le modalità dell’esame di Stato che gli studenti chiedono di conoscere non oltre la metà di febbraio.
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