Tutto era pronto per la sperimentazione dei licei a quattro anni, ma il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha bloccato tutto. Il Miur ha inviato la documentazione al Consiglio superiore della Pubblica istruzione che dovrà dare il suo parere, ma è difficile che questo avvenga in tempi brevi.
Pertanto, almeno per l’a.s. 2016-17, slitta l’inizio della procedure per 60 prime classi di cuola secondaria. Il 16 gennaio partiranno le iscrizioni per il prossimo anno scolastico (fino al 6 febbraio). Quasi impossibile che il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione possa rendere noto il proprio parere prima di quella data.
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Quali scuole potranno concorrere? Non tutte, in realtà. Bisogna presentare un progetto con il numero delle classi che si vorranno attivare e gli alunni – da 15 a 25 – che hanno deciso di percorrere questa strada. Poi ci sarà una commissione di esperti a valutare e selezionare le scuole. Occorrerà garantire l’insegnamento di almeno una disciplina non linguistica con metodologia Clil. Tutto questo è contenuto una bozza di decreto approntata dal Miur. Al momento, però, tutto è rimandato al 2018-19. Dopo il parere del Cspi, ci vorrà quello della Corte dei Conti, poi l’iter amministrativo sarà concluso.
Quale è la ratio di un simile provvedimento? Fuori dalle aule scolastiche a 18 anni come già accade nei principali paesi europei. Accorciare il percorso scolastico che in Italia dura 13 anni per consentire gli studenti di accedere all’università. Al momento la sperimentazione coinvolge 11 scuole, 6 pubbliche e 5 paritarie: cinque al Nord, due al Centro e quattro al Sud. Il liceo breve dovrà garantire flessibilità didattica e organizzativa, l’insegnamento di tutte le discipline. L’esame di Stato rimane lo stesso e identico sarà anche il diploma. Ovvimente sarà necessario rimodulare il calendario scolastico: l’orario settimanale delle lezioni (da circa 900 ore annue si dovrebbe passare a 1.000-1050 ore per 4 anni nei licei).
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