Con un emendamento di poche righe la maggioranza di Governo intende garantire che i nuovi percorsi formativi voluti dal Ministro Valditara (licei “made in Italy” in particolare) possano prendere regolarmente avvio già a partire dal prossimo settembre.
Il fatto è che le iscrizioni al nuovo percorso del “made in Italy” non sono state propriamente un successo, anche se i dati precisi non si conoscono. Si sa che complessivamente si sono iscritti 375 studenti ma non si hanno informazioni precise sulla distribuzione. Se i 375 studenti fossero concentrati in 15-20 scuole si potrebbe attivare almeno una classe per ogni scuola, ma forse non è così.
Anzi è molto probabile che le iscrizioni siano distribuite in decine e decine di scuole, tanto che risulterà di fatto del tutto impossibile dare avvio alla novità.
E così la maggioranza di Governo ha pensato ad una soluzione semplice che potrebbe avere anche il consenso del MEF.
Si tratta di estendere a tutte le scuole la norma introdotta nel “decreto Caivano” quando venne convertito in legge.
Quest’ultima disposizione, all’articolo 10 bis, prevede che “nelle istituzioni scolastiche ed educative del primo e del secondo ciclo di istruzione site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche, nei contesti di disagio giovanile o caratterizzate dalla presenza di alunni con fragilità negli apprendimenti, nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, possono derogare al numero minimo di alunni per classe previsto dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, nei limiti dell’organico dell’autonomia assegnato a livello regionale”.
E così la deputata leghista Giorgia Latini ha presentato un emendamento al decreto scuola 71 all’esame della Camera secondo cui la deroga prevista dal decreto Caivano “si applica alle istituzioni scolastiche di tutto il territorio nazionale, anche con riferimento ai nuovi percorsi ordinamentali e ai percorsi sperimentali della scuola secondaria di secondo grado”.
La soluzione è semplice, almeno così sembra, ma sappiamo che molto spesso i problemi complessi non possono essere risolti in modo strutturale in questo modo.
Per intanto, però, l’emendamento Latini potrebbe servire affrontare la situazione del 2024/25. Poi si vedrà.
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