Licei Made in Italy VS Licei Economico-sociali: ma perché non farli coesistere?

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I licei economico-sociali esistono da una decina di anni ma potrebbero essere assorbiti dal liceo made in Italy al quale il Governo sta lavorando da qualche settimana.
Ed, evidentemente, questa possibilità sta preoccupando molto i docenti e i dirigenti degli istituti superiori con indirizzo economico-sociale di tutta Italia (circa 500, di cui 300 fanno parte di una Rete Nazionale).

La Cabina di Regia della Rete ha prodotto di recente un documento disponibile nel proprio sito

In sintesi, la Rete nazionale dei Licei Economico-Sociali propone ai Legislatori e al Ministero dell’Istruzione e del Merito il conferimento dell’auspicata autonomia al Liceo Economico-Sociale e l’istituzione dell’opzione Made in Italy in quanto dimensioni diverse ma complementari di un unico liceo di ambito giuridico ed economico.
I due percorsi valorizzerebbero ed arricchirebbero ulteriormente un’offerta formativa al passo coi tempi, in un contesto didattico che ha dimostrato ampiamente di essere capace di cogliere le trasformazioni sociali ed economiche e di tradurle in progettualità sfidanti e in competenze interdisciplinari.
“La Cabina di Regia – si legge nel sito – suggerisce dunque l’affiancamento del Made in Italy al LES e non un’improvvisa sostituzione dell’indirizzo poiché la coesistenza dei due percorsi è ritenuta necessaria per non disperdere un patrimonio didattico, formativo e professionale di grande spessore”.

Parliamo di questo con due dirigenti di due Istituti superiori con indirizzo economico-sociale, Francesca Di Liberti, ds del liceo “Regina Margherita” di Torino e Luca Azzollini dell’Istituto professionale “Paolo Frisi” di Milano