I Licei Musicali e Coreutici sono stati la vera e unica novità ordinamentale della riforma della scuola del 2010. E non ha tradito le attese.
Si è trattato di una rottura epistemologica, per dirla con Luigi Berlinguer, che ha permesso l’irruzione della dimensione estetica, dentro un percorso formativo che da secoli è totalmente logocentrico e privilegia una sola delle molteplici dimensioni della mente.
Il secondo rapporto di monitoraggio sui licei Musicali e Coreutici, presentato il 16 novembre al Senato dal presidente della Commissione Cultura Marcucci e dalla senatrice Elena Ferrara, permette di guardare a questi due nuovi corsi di studio uscendo dai pregiudizi per andare ai dati per confrontarsi su questi e non sul sentito dire o pareri personali.
Ed è proprio da qui che ha preso avvio la presentazione di Giovanni Spinelli, preside del Liceo Musicale Gambara di Brescia e componente della cabina di regia della rete dei Licei Musicali e Coreutici italiani che ha realizzato, con la cura di Gemma Fiocchetta, sia il primo che il secondo monitoraggio.
“Sono 900 pagine totali – ha detto Spinelli – dedicate non a un campione ma a tutto l’universo dei LMC che, pur essendo partiti nel settembre 2010 con poche istituzioni e pochi alunni, oggi conta oltre 15.000 studenti”.
I LMC in questi anni sono stati oggetto di un fortissimo “scetticismo senza dati” di cui il rapporto fa piazza pulita. “Si potrà essere più o meno d’accordo rispetto ad alcune questioni di fondo dei LMC ma non si potrà più prescindere dai dati”.
E i dati mostrano l’infondatezza dei due più significativi pregiudizi che hanno accompagnato i licei musicali:
“Gli esiti dei primi esami di stato (giugno 2015), confermati dagli esiti degli esami del giugno scorso, mostrano l’infondatezza di tali pregiudizi: il risultato medio dei LMC è stato infatti di 78,7 su 100 (dati Miur) collocando i licei musicali al quarto posto tra i licei nella graduatoria costruita sugli esiti dell’Esame di Stato.
Il 60,4% degli studenti diplomati sino iscritti ai conservatori e hanno cioè superato gli esami di ammissione (smentendo così il primo tipo di scetticismo).
Il 39% degli studenti diplomati si sono invece iscritti all’università, e non solo nei corsi di indirizzo musicologico, smentendo così il secondo tipo di scetticismo.
Se poi pensiamo, ha concluso Spinelli, che fra due anni avremo oltre 3000 diplomati all’anno si comprende quanto importanti siano i musicali anche per i Conservatori”.
Confermando questa impostazione, Paolo Troncon, fino a pochi giorni fa presidente della conferenza dei direttori di conservatorio italiani, ha sottolineato le sfide per l’immediato futuro: la delega sulla cultura umanistica, le arti e la creatività richiesta dalla 107 e che ad oggi non ha ancora visto la luce, e la necessità di lavorare ad un curriculum verticale della filiera musicale superando proprio quello scetticismo che in alcuni casi ha visto su posizioni opposte Conservatori e Licei.
“Si tratta di ricomporre una frattura e una contraddizione secolare”, ha detto Luca Aversano, musicologo di Roma Tre, responsabile del corso di Laurea del Dams ma anche direttore dell’orchestra dell’Università di Parma.
Frattura secolare, e si torna alle parole di Berlinguer, che non ha mai considerato la musica, la danza, le arti performative degne di entrare a pieno titolo nella Ratio Studiorum dei giovani.
Da qui, la necessità di ribadire l’impegno per un sistema formativo artistico che valorizzi una delle dimensioni culturali di cui l’Italia è ricchissima, trasformandola in motore di sviluppo.
Ed è a questo aspetto che diverse proposte normative stanno lavorando.
Prima fra tutte la delega prevista dalla Legge 107, che i senatori Marcucci e Ferrara hanno chiesto di accelerare per la sua pubblicazione. In secondo luogo, il DDL 322 che riordina gli istituti musicali e i conservatori.
Il rapporto sui LMC, a breve scaricabile integralmente dal sito della rete http://www.liceimusicalicoreutici.org/ , sarà presentato a tutti i licei nel corso di cinque seminari interregionali organizzati dalla rete che si terranno entro questa primavera.
Nel frattempo, ha detto il direttore generale Miur Carmela Palumbo, l’amministrazione sta lavorando per portare a compimento tutti gli altri monitoraggi sulla riforma delle scuole superiori del 2010 richiesti dalla normativa. Monitoraggi che permetteranno anche, coma ha sottolineato il presidente della Commissione Marcucci, di correggere eventuali sbavature riorientando il sistema.
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