Ormai siamo al paradosso e nella più profonda contraddizione politica, tra gli annunci di propaganda e il dato reale.
Ai tempi di Matteo Renzi, della Giannini e della Fedeli al primo scricchiolio di protesta, quelli del Movimento 5 Stelle, lancia in resta e visiera abbassata, partivano all’attacco, anche con accuse pesanti, mentre il vessillo sulla gualdrappa era rappresentato dalla parola d’ordine: le sentenze vanno rispettate, come il diritto, la Legge e i lavoratori.
Ora ci sono loro, al posto dei “pdioti”, e da loro ci saremmo aspettati almeno il rispetto delle sentenze e ancora di più se queste riguardano minoranze, quelle, per capirci, che non fanno testo in termini di voti e di consenso. E infatti la sentenze in oggetto sono ben 9 (nove) del TAR Lazio e pure del Consiglio di Stato che hanno definito illegittima la soppressione di un’ora, dalle due previste, di strumento nei Licei Musicali. Ma riguardano non molti prof e qualche migliaio di famiglie e di studenti, anche se decisi e motivati.
In pratica se il pronunciamento del CdS, quello più atteso e risolutivo, contro il taglio è arrivato il 3 giugno, da parte del Miur, e quindi del ministro Marco Bussetti, uomo di scuola e di fede leghista, non è arrivato nulla, tranne parole oscure, sibilline, temporeggiatrici, nel corso di una intervista a Repubblica: “Ho già dato mandato all’ufficio per cercare di ottemperare quell’ordinanza”.
Frase quasi simile usò pure al Senato: “I miei uffici hanno chiesto, relativamente alla decurtazione dell’ora di strumento nei licei musicali, all’avvocatura generale dello Stato un parere relativamente alla corretta esecuzione della sentenza; in linea con le indicazioni dell’avvocatura, si provvederà ad individuare le modalità di esecuzione del giudicato.”
Ma eravamo al primo di agosto e ancora gli avvocati, a quanto pare, tacciono. Ma poi, chiediamo, per dire cosa, se ci sono ben 9 sentenze?
Di sicuro una dichiarazione per temporeggiare, ma a danno dei prof e degli alunni, considerato pure che i docenti finora utilizzati per strumento, come ci informa il nostro esperto, hanno sulla testa la “spada di Damocle del termine di 20 giorni dall’inizio delle lezioni, oltre il quale non si potrebbero effettuare spostamenti di docenti”. Dunque una attesa strategica per rimandare tutto all’anno prossimo? Può darsi.
Ridimensionare i Licei musicali?
Tuttavia, sempre sulla base di un’altra dichiarazione di Bussetti, temiamo che sui Licei musicali si voglia compiere una sorta di attentato. Dice infatti il ministro: “Licei musicali? Si tratta di un tema molto interessante. Ci sono regioni che ne hanno 50, altri meno di 10. Non c’è uniformità di sviluppo. Bisogna fare una profonda riflessione. Tempistica? Non posso dare dei tempi per una risposta”.
A parte la solita faccenda dei “tempi per la risposta”, pare di intuire che è nelle intenzioni del Miur un ridimensionamento forte dei Licei musicali con lo scopo, forse, di agevolare gli Istituti musicali, in crisi di iscrizione e di fondi.
Ma se fosse così, sarebbe pure giusto che il ministro lo dicesse apertamente, senza giri di parole e frasi sibilline, da interpretare e da capire bene.
Lo Stato, come è noto, è per sua natura tiranno e dunque tirannia vuole che se per salvare l’uno si debba affossare l’altro non c’è nulla di vergognarsi. E che ci vuole a dirlo?
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