Sembra proprio che i docenti e gli alunni dei Licei musicali debbano aspettare l’anno venturo, il 1° settembre 2019, per vedere ripristinata la secondo ora di strumento.
Così sembra e tutta lo lascia supporre, visto che, si apprende, l’amministrazione dovrà disporre un incremento degli organici interessati nell’ordine di circa 400 cattedre. E siccome il Miur è in disastro, nel senso che non ha fondi in bilancio relativamente a quest’anno, si dovranno attendere i successivi stanziamenti.
La certezza tuttavia ancora non è certa, ma tutto lascia presupporre che non ci siano altre possibilità, visto che senza soldi non si canta, è il caso di dirlo per i musicali, messa.
Tuttavia, nonostante il Consiglio di stato abbia dischiarato l’irrilevanza delle esigenze di bilancio “a fronte di chiare disposizioni di legge che prevedono la seconda ora di primo strumento nei primi due anni del liceo musicale”, il ministero fa orecchie da mercante.
Mercanzia che non piace ai diretti interessati, ai prof certamente, molti dei quali rischiano grosso, fino alla possibile perdita del diritto di insegnare strumento nel Licei, venendo a mancare le ore sufficienti per avere, per esempio, l’utilizzazione.
Di queste microstoria, pensiamo, a nessuno del Miur interessa il finale, ma le lungaggini, gli intoppi, le esigenze di bilancio alla fine massacrano la vita di tanti, mentre alcuni Usp, scavalcando le giustificazioni ministeriali, stanno assegnando la seconda ora.
E così al caos si aggiunge caos: chi entra e chi rimane dietro la porta, a beffa della legge, delle sentenze e del fatto che già da parecchi mesi si sapeva bene l’indirizzo che i vari Tar, ben 9, avevano intrapreso, quella dell’annullamento della decurtazione dell’ora.
In ogni caso, se così alla fine venisse stabilito, e cioè che tutto si appianerebbe l’anno venturo, un insegnamento c’è da prenderlo: colpevole la precedente amministrazione che ha cassato l’ora senza giustificazione, colpevole anche questa che non riesce a trovare fondi (ma c’è da crederlo?) sufficienti per garantire la legge e il diritto, quei principi su cui l’attuale governo ha fatto battaglia in campagna elettorale.
Giudizio di ottemperanza
Aspettiamo comunque il 25 settembre per sapere l’esito del giudizio di ottemperanza, intentato dai prof e dagli alunni, benché a questo punto poco lascerebbe presupporre un esito positivo.
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