Considerato che il Miur tace, nonostante numerose sentenze del Tar, compresa quella definitiva del Cds, vuol dire che c’è bisogno di uno scossone, come d’altra parte è in uso nel nostro Paese che, per dare soddisfazione e applicare la legge, ha sempre bisogno di azioni forti.
E allora studenti, genitori e docenti interessati al ripristino della seconda ora di strumento nel curriculo dei licei musicali si stanno preparando per una “rumorosa manifestazione a Roma a settembre”, con l’avvio del nuovo anno scolastico.
Nell’intenzione degli organizzatori, come è riportato sulla pagina Fb, c’è anche quella di coinvolgere i sindacati della scuola chiedendo il loro appoggio.
Ormai, e l’esasperazione si avverte, gli studenti e i docenti dei Licei musicali hanno capito che da parte del Miur, nonostante il cosiddetto “Governo del cambiamento” e la presenza di un nuovo ministro che lo rappresenta, non è cambiato nulla: in pratica la musica è sempre la stessa.
Sostengono infatti i prof e i ragazzi dei Licei musicali il loro diritto, dopo le varie sentenze della Giustizia amministrativa, ad avere la seconda ora di strumento nel loro curricolo, visto che un’ora, immotivatamente e senza una giustificazione opportuna, è stata tolta, venendo così meno il Miur al patto stipulato con le famiglie degli studenti all’atto della iscrizione.
Ricordiamo fra l’altro che i docenti danneggiati stanno procedendo anche con una azione legale per richiedere il risarcimento dei danni a causa della mancata fruizione della seconda ora di lezione individuale di primo strumento. E ciò in funzione del fatto che molti prof, proprio per il taglio di questa seconda ora, o non sono passati di ruolo o hanno dovuto completare la cattedra altrove o non hanno ottenuto il trasferimento o l’utilizzazione.
E per tale motivo era scattata pure una diffida, affinchè il Ministero ottemperi quanto stabilito dal Tar del Lazio, e ribadito dal Consiglio di Sato, di mantenere l’altra ora di strumento musicale, svogliatamente e inspiegabilmente tolta dal ministero ai tempi della ministra Fedeli.
Una diffida affinché sia eseguita la sentenza del T.A.R. Lazio, confermata dal Consiglio di Stato con sentenza n. 3409 del 5 giugno 2018 (doc. 2), e ciò in funzione pure delle pratiche di trasferimento, assegnazione e utilizzazione che però sono state limitate e incomplete a causa appunto delle spallucce del Ministero.
Ora dunque anche la manifestazione a Roma contro un ministro che dovrebbe essere, come è stato detto e come ancora viene ribadito, del “cambiamento”: ma se c’è bisogno di scendere in piazza per avere riconosciuto un diritto, a occhio e croce non è cambiato nulla.
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