Tornano le due ore di strumento nei licei musicali: la disposizione è prevista da un emendamento alla legge di bilancio approvato dalle commissioni della Camera. La decisione arriva dopo che, aveva scritto La Tecnica della Scuola lo scorso mese di giugno, un gruppo docenti dei Licei musicali è giunta a diffidare il Miur per chiedere l’esecuzione della sentenza del Tar Lazio n. 2915 del 14 marzo scorso, confermata dal Consiglio di Stato con sentenza n. 3409 del 5 giugno successivo. Ora, dopo che a Viale Trastevere hanno sembrato ignorare la decisione dei giudici, a prendere la situazione in mano sono stati i parlamentari. In particolare, il presidente della Commissione Istruzione della Camera, Luigi Gallo e la senatrice Loredana Russo, entrambi del M5S.
“Le famiglie – spiega Russo – si sono viste togliere un’ora di musica alla settimana ai loro figli sia nel 2017 che nel 2018 con una semplice circolare, nei percorsi di studi professionalizzanti, come i licei musicali. Noi ci teniamo che dalle scuole escano giovani competenti anche per competere col mercato internazionale”.
“Le famiglie ci hanno subito contattato perchè questa ingiustizia fosse superata, alcune sentenze avevano tra l’altro già dato ragione ai genitori. Abbiamo intrapreso questa battaglia e il governo ha provveduto a ripristinare la seconda ora di strumento nei licei: già da settembre 2019 i ragazzi potranno avere le due ore di strumento, il minimo per poter formare un musicista”.
L’on. Gallo ha aggiunto che “nella legge di bilancio si finanzieranno i prossimi bandi per il jazz e si interverrà per potenziare la musica nella scuola primaria e nella scuola secondaria. Per noi è un tema centrale”.
Su questi ultimi provvedimenti, bandi per il jazz e musica nelle scuole primarie e superiori, ancora non si hanno però ancora notizie sulla loro consistenza.
Alle sentenze del Tar del Lazio n. 2915 del marzo scorso, confermata dal Consiglio di Stato con sentenza n. 3409 tre mesi dopo, ricordiamo che aveva fatto seguito la diffida, prodotta da un gruppo di insegnanti.
Nella diffida si sottolineava che “un’ora di lezione frontale per il primo strumento musicale è stata sostituita con un’ora di ascolto. Tuttavia, la normativa in materia non prevede alcuna ora di “ascolto” nella disciplina “Esecuzione e interpretazione” né evidentemente l’ascolto può essere ricondotto comunque all’esecuzione e all’interpretazione dello strumento musicale”.
A prendere in mano la situazione, ora, non sarà comunque il Miur. Ma il Parlamento.
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