Sulla situazione dei licei musicali, e del taglio di ore delle lezioni individuali, abbiamo parlato altre volte.
A tal proposito, i genitori degli studenti che frequentano queste scuole non sono rimasti a guardare ed hanno pubblicizzato una petizione sulla piattaforma Change.org raccogliendo oltre 15mila firme, come racconta pure Il Fatto Quotidiano: “La nuova interpretazione del piano orario destinerebbe di fatto al biennio del liceo musicale non più tre ma soltanto due ore settimanali di lezione individuale di esecuzione e interpretazione, da utilizzare per il primo e per secondo strumento prescelto. Verrebbero così decurtate 33 ore delle 99 ore totali annuali previste dal piano di studio. Si tratta – scrivono i genitori nella petizione – di una riduzione inaccettabile per una materia caratterizzante come lo studio dell’esecuzione dello strumento, in una scuola altamente specializzante come il liceo musicale, soprattutto se pensata nella prospettiva di offrire una adeguata preparazione per la successiva prosecuzione e completamento degli studi musicali al Conservatorio”.
Sulla questione è intervenuto anche il Tar del Lazio, che con la sentenza numero 01731/2017 del 6 ottobre 2016 pubblicata il 2 febbraio scorso che ha accolto il ricorso di un liceo romano, con le seguenti motivazioni: “La diminuzione delle ore di esecuzione del secondo strumento avrebbe dovuto essere comunicata in precedenza ai genitori degli alunni iscritti ed odierni ricorrenti, consentendo agli stessi di poter scegliere liberamente”.
Infatti, il paradosso secondo i genitori, sta proprio nel fatto che la riduzione delle ore di studio individuale del secondo strumento in un liceo musicale, non sta né in cielo né in terra.
Tuttavia, il motivo è semplice: “Tutto è generato da una assegnazione d’organico dei docenti che non è sufficiente a ricoprire le ore di lezione individuale, non copre – si legge ancora su Il Fatto Quotidiano – il rapporto numero di studenti/ore di lezione. Il ministero aveva dato indicazione agli uffici scolastici regionali di sostituire questi sessanta minuti con un’ora di ascolto partecipativo ovvero uno studente fa lezione e l’altro lo ascolta e guarda. Nel piano di studi della riforma che ha istituito i licei musicali non c’è scritto da nessuna parte questo “ascolto” ma sono previste tre ore di esecuzione ed interpretazione dello strumento”.
Quindi, a creare il caos e il disagio per gli studenti che vorrebbero avere una preparazione adeguata in campo musicale, sembra esserci proprio la carenza di personale docente, per cui si è deciso di ridurre le ore. Ma non va bene così.
Lo sa anche Elena Ferrara, presidente dell’intergruppo parlamentare per la musica: “Riceverò questi genitori. Ho già portato le loro istanze al ministero. Quest’anno con l’organico di fatto e di potenziamento ci possono essere degli aggiustamenti ma puntiamo a sistemare la situazione per il prossimo anno scolastico. Il problema è chiaro ed evidente, comprendo i genitori. La questione è alla radice, nel decreto Gelmini. Nel frattempo sono state stabilizzate quasi 2000 cattedre per i licei musicali: 1500 sono persone che hanno insegnato nei licei e 500 nuovi vincitori di concorso. Non solo. Abbiamo potenziato anche le ore di musica d’insieme”.
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