Sui licei quadriennali si continua a discutere. La sperimentazione che riguarda le scuole superiori, prevede un percorso di formazione diverso per gli studenti suddiviso in 4 anni e non 5. Un sistema che si avvicinerebbe a molti Paesi europei e permetterebbe ai giovani di iniziare prima il post diploma (Università, Its o mondo del lavoro) ma che ha ricevuto il parere negativo del Consiglio superiore della pubblica istruzione che non vuole allargare la sperimentazione dai 130 istituti attuali ai 1000 che vuole il Ministero. Si tratta di un parere tecnico e non vincolante. Per il Cspi il rischio è che senza un riferimento nazionale, ci possano essere soluzioni difformi su tutto il territorio nazionale.
Ai prossimi esami di Stato arriveranno i primi verdetti, ma per l’Invalsi i risultati sono buoni. Un’operazione non semplice secondo il presidente Roberto Ricci, i ragazzi si sono in qualche modo autoselezionati e sono particolarmente motivati. I buoni risultati derivano dunque da questo. Valutazioni in linea con i quinquennali secondo Ricci e nessuno svantaggio rispetto al percorso classico di studi. Il presidente Invalsi vede di buon occhio la novità, anche in seguito alla disastrosa situazione mostrata dai test la scorsa primavera in seguito alla Dad.
Come detto, nei quadriennali è previsto un percorso di studi diverso, verranno selezionate scuole che presenteranno progetti con un elevato livello di innovazione, tra tecnologie, attività laboratoriali, didattica digitale, potenziamento delle discipline Stem. Il tutto per abbreviare non solo il corso di studi, da 13 a 12 anni, dello studente, ma anche il post diploma e accelerare l’ingresso nel mondo del lavoro.
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