Il nuovo Esecutivo in carica sostiene, nel breve periodo, con elementi legati al merito ed alla produttività del settore scolastico, di introdurre novità attraverso interventi strutturali ed efficaci al sistema scolastico.
Dopo l’idea, al fine di risparmiare energia dati gli importi esasperati delle utenze, di ridurre la canonica settimana scolastica a 4 giorni, decisione adottata da alcuni istituti in Emilia-Romagna e Lombardia, si procede a modificare, appellandosi a precedenti riforme, l’idea di primo e secondo ciclo, limitando la frequentazione della Scuola Secondaria di II Grado a soli quattro anni con annesso Esame di Stato.
La proposta, avallata dal nuovo MI a guida Valditara ha già scatenato un dibattito interno al mondo dell’istruzione e della formazione con conseguenti critiche da parte delle forze politiche d’opposizione. Il liceo quadriennale, in ogni caso, non è nuovo negli altri Paesi europei. Valutiamo dunque assieme la natura e la diffusione del fenomeno.
Nonostante la proposta del MI possa sembrare inusuale, sono numerose le realtà europee che hanno adottato la strategia quadriennale del II ciclo con il fine di far diplomare gli studenti un anno in anticipo con il fine di inserirli direttamente in ambienti accademici o professionale, sulla base delle esigenze dei singoli. Francia, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito hanno già adottato da anni il sistema in oggetto; si aggiunge la Finlandia, la quale, attraverso tale scorciatoia, è divenuta ospite di un sistema scolastico virtuoso ed efficiente.
I relativi Ministeri dell’Istruzione, in ogni caso, non si sono concentrati sulla durata, bensì sull’organizzazione delle attività didattiche ed extracurriculari con il fine di raggiungere il prima possibile gli obiettivi di apprendimento previsti per classe.
Al momento risulta ancora in attesa il documento o circolare per le iscrizioni a scuola per il prossimo anno scolastico che dovrebbe recare le intenzioni del nuovo Ministro Valditara circa la sperimentazione di un’istruzione superiore di 4 anni anziché 5.
Il PNRR, in ogni caso, mira al raggiungimento della soglia minima di 1000 classi parti del piano, ma al momento ci troviamo, miseramente, al 30 % di tale valore. Il MI, in questo caso, è stato costretto ad allungare i termini. L’interesse da parte degli istituti, dei docenti e delle famiglie si conferma dai dati abbastanza vivo, dato che in Lombardia sono state 58 le attivazioni su 150 disponibili.
Alcune regioni però, come le Marche, non hanno redatto neanche le graduatorie visto il numero assai esiguo di richieste. In ogni caso, come confermato dal precedente Ministro Bianchi, non occorre concepire tale occasione come una fattiva riduzione degli anni a 4, ma come dare voce alle esigenze del patto di comunità che caratterizza il sistema Paese.
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