Più del 50% degli studenti che termineranno la scuola media a giugno, entreranno a settembre in un liceo. E’ quanto si ricava dai dati forniti dal Ministero a concusione delle operazioni di iscrizione.
I licei continuano ad essere in testa alle preferenze delle studentesse e degli studenti. Seguono tecnici e professionali. I primi dati elaborati dal Ministero confermano il trend di crescita degli indirizzi liceali, scelti dal 54,6% delle ragazze e dei ragazzi. Il 30,3% ha optato per un Istituto tecnico. Il 15,1% delle nuove iscritte e dei nuovi iscritti ha scelto un Istituto professionale.
Nel 2016/17 i licei erano stati il 53,1%. Aumentano gli iscritti al Classico: sono il 6,6% a fronte del 6,1% dell’anno scorso. Lo Scientifico (fra indirizzo “tradizionale”, opzione scienze applicate e sezione sportiva) resta in testa alle preferenze: è scelto dal 25,1% delle studentesse e degli studenti (erano il 24,5% lo scorso anno). L’opzione “scienze applicate”, in particolare, sale al 7,8% rispetto al 7,6% del 2016/2017. Stabile l’indirizzo scientifico “tradizionale”: 15,6% delle scelte, erano il 15,5% nel 2016/2017. Così come l’indirizzo scientifico, sezione sportiva, scelto dall’1,6% dei ragazzi contro 1,4% di un anno fa.
Stabili nelle preferenze gli indirizzi tecnici con il 30,3% (30,4% nel 2016/2017), mentre risultano in flessione, gli Istituti professionali dal 16,5% di un anno fa al 15,1% di oggi. In articolare, il settore dei servizi scende al 9,6% dal 10,5% del 2016/2017.
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Il Lazio si conferma la regione con la maggiore percentuale di iscritti ai Licei, con il 66,8%. Seguono Abruzzo (60,8%), Umbria (58,8%) e Campania (58,3%).
Il Veneto si conferma la regione con meno ragazzi che scelgono gli indirizzi liceali (45,9%) e la prima nella scelta dei tecnici (38,5%). Nei tecnici seguono Friuli Venezia Giulia (37,5%) ed Emilia Romagna (35,8%).
Si tratta di dati interessanti che dovrebbero far rilfettere sulle modalità con cui si realizza l’orientamento scolastico e sulla “percezione” che le famiglie hanno della effettiva “spendibilità” dei titoli di studio.
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