I lettori ci scrivono

Liceo in 4 anni? Rispediamo al mittente

Prendo spunto dall’intervento di qualche politico per ritornare sulla questione del liceo a 4 anni (metto le mani avanti ma non mi allontano dalla realtà se dico che l’obiettivo finale dell’iniziativa è rendere quadriennale il ciclo delle superiori).

Non so dove questi signori politici abbiano insegnato o dove abbiano svolto il ruolo di Dirigente Scolastico, deve sicuramente trattarsi di scuole marziane frequentate da geni. Illudere famiglie e studenti sulla possibilità di ridurre di un anno il percorso scolastico presentando l’iniziativa come didatticamente positiva non è corretto: lo dimostra il fatto che non si riesce a completare la formazione neanche nell’attuale situazione poiché è stato drammaticamente ridotto il tempo scuola, sono state svuotate le discipline, è stato mortificato il percorso di formazione che funzionava (la sperimentazione Brocca).

Sulla base della mia esperienza di 25 anni di insegnamento, mediamente su una classe di 25 studenti, forse 1 o 2 studenti sono in grado di sopportare un ciclo di 4 anni senza apportare il taglio drastico e pericoloso dei programmi disciplinari.

Con l’attuale normativa, per i ragazzi particolarmente dotati è già possibile abbreviare il percorso scolastico, senza bisogno di modificare temporalmente il ciclo quinquennale.

Allora se questi signori ragionano su situazioni reali, come possono avanzare certe proposte?

Lo scenario attuale è desolante: classi sempre più numerose (classi pollaio), strutture non idonee, mancanza di laboratori, poca consapevolezza dell’importanza dello studio, denigrazione del corpo insegnante, stipendi da fame (il famoso detto politico “lo chiede l’Europa” non vale per gli insegnanti italiani), contesto extrascolastico preoccupante (ricordo che il tempo scuola è 4-5 ore al giorno, cosa succeda nelle restanti 20 ore non sappiamo).

L’iniziativa, palesemente demagogica, mira solo al risparmio e non risponde a finalità didattiche. Non mi risulta ci sia stato un confronto con insegnanti, genitori, operatori scolastici ma solo una iniziativa unilaterale che risponde solo a logiche di taglio dei fondi per l’istruzione.

Siamo alle solite, l’arroganza e la supponenza di certi politici sono una miscela pericolosa. Sono gli stessi personaggi che hanno fatto le riforme scolastiche che nessuno ha chiesto e di cui non si avvertiva la necessità.

Vigiliamo attentamente poiché la scuola democratica, luogo di confronto e di dialogo, rischia seriamente di scomparire.

Giampaolo Bullegas

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