«Cancellare studenti e studentesse come ha fatto il Liceo Cavour di Torino significa appiattire la mente, la cultura e l’identità dei giovani per un fine ideologico. Chiediamo l’intervento del ministero dell’istruzione, perché faccia rispettare al Cavour la legge italiana che obbliga la pubblica amministrazione a scrivere tutti i propri atti in lingua italiana e non tollera esperimenti linguistici», è il commento di Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita & Famiglia.
«E cosa c’entra l’articolo 3 della Costituzione, che il preside della scuola cita, che recita che tutti i cittadini hanno pari dignità a prescindere dalla propria condizione?», aggiunge Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia. «Dov’è la dignità nel fingere che queste condizioni non ci siano? Che non ci siano differenze? – prosegue – Nessuno sano di mente può pensare che l’asterisco a scuola, lo schwa nei libri della Murgia e la carriera alias e similari possano portare beneficio. Così si fa rientrare dalla finestra il ddl Zan: un indottrinamento all’ideologia gender, si cancellano maschio e femmina sulla pelle dei nostri giovani».
«La diga – conclude la nota – sta franando così velocemente che persino un esponente del mondo Lgbt come Cecchi Paone, nell’ultima puntata di Zona Bianca, si è scagliato contro l’identità fluida e la carriera alias, descrivendola come “una nevrosi, non è un fatto reale”».
Pro Vita e Famiglia
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