In un momento storico in cui la pandemia ha messo a nudo le criticità del nostro sistema sanitario e soprattutto la carenza di personale medico, nasce dalla scuola una risposta concreta a queste problematiche. Il Liceo biomedico, infatti, oltre ad aiutere i giovani ad orientarsi per una scelta consapevole per la professione medica, potrebbe essere una risposta per meglio afforntare le sfide per sconfiggere le pandemie del futuro come quella del Covid-19 che ci ha colpiti inaspettatamente.
Resi noti i primi risultati del primo ciclo del Liceo biomedico: uno studente su due si è ritirato: fare il medico non era la sua strada. Tra chi ha completato il percorso, un 40% non ha provato il test. Il 52% degli studenti liceali che hanno partecipato al test, dopo aver completato il percorso biomedico triennale, sono entrati a Medicina. Una percentuale ben più alta della media nazionale, che si assesta intorno al 21%.
È questo solo il più eclatante tra i risultati del primo triennio di sperimentazione del progetto ‘Biologia con curvatura biomedica’ che, messo in campo nel 2017 grazie a un protocollo d’intesa tra il Miur e la FNOMCeO, la Federazione degli Ordini dei Medici, ha visto ora il primo blocco di studenti diplomarsi e poi partecipare ai test d’ingresso a Medicina.
Altro obiettivo raggiunto, forse ancora più importante, è che, dei 1749 studenti che hanno intrapreso il percorso tre anni fa, uno su due si è ritirato – per la gran parte durante il primo anno – perché ha acquisito la consapevolezza della mancata attitudine alla professione. E, degli 863 alunni che lo hanno completato, solo 510 – vale a dire il 60% – hanno poi provato il test. 263 di loro sono riusciti a entrare a Medicina, altri sono in graduatoria. Il 52%, come già detto, con punte del 90-100% in alcuni istituti.
Il progetto, nato da un’idea di Giusi Princi, Preside del Liceo Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria, diventato poi istituto capofila e da Pasquale Veneziano Presidente dell’Ordine dei Medici Provinciale, Pasquale Veneziano, coinvolge attualmente 103 Ordini e più di 160 istituti tra licei classici e scientifici. Quasi 20mila gli studenti partecipanti, oltre 2500 i medici che hanno sinora offerto le loro competenze. Prevede, a partire dal terzo anno dei licei, un indirizzo ‘biomedico’, extracurriculare, che accompagna gli studenti verso le facoltà di area medica, dando modo di auto-valutare le proprie motivazioni e inclinazioni: centocinquanta ore complessive, spalmate sui tre anni, di insegnamenti aggiuntivi, tra lezioni frontali, tenute dai docenti di biologia, lezioni pratiche, con i medici delegati dall’Ordine, e visite ‘ sul campo’, ad ambulatori, ospedali, laboratori di ricerca, studi specialistici.
“I dati parlano chiaro e sono i testimoni del successo di questo progetto – spiegano Giusi Princi e Pasquale Veneziano. L’obiettivo che ci proponiamo come cabina di regia nazionale è adesso è quello di un Liceo ad indirizzo biomedico, che consentirebbe, in maniera normata, di garantire le vocazioni attraverso un percorso di qualità. Nell’ambito del quale, venga opportunamente formalizzato il ruolo degli esperti medici”.
“È motivo di orgoglio registrare i risultati del percorso di biomedicina a conclusione di questo primo triennio, a testimonianza di una sperimentazione nazionale che è riuscita ad essere incisiva nella crescita formativa degli studenti orientandoli e potenziandone le competenze in ambito scientifico e sanitario – afferma Giusi Princi-. Considerati gli esiti e l’enorme interesse, siamo fiduciosi che venga istituzionalizzato il liceo biomedico e regolamentato l’accesso alle facoltà mediche attraverso una selezione meritocratica che parta proprio dai licei biomedici, del resto la pandemia in atto ci ha aiutato a capire quanto sia importante avere una classe medica motivata oltre che competente. Questo è importante per diversi motivi – continua la dirigente-: innanzitutto per dare un aiuto concreto ai nostri giovani, che saranno i cittadini del futuro, i professionisti del nostro domani. E noi, per il nostro futuro, vogliamo un Paese pieno di professionisti preparati e che abbiano la percezione di cosa significa fare il medico. Ne eravamo convinti tre anni fa; ne siamo tanto più certi ora, dopo la drammatica lezione che la pandemia di Covid ci ha impartito”.
Visti gli esiti e considerati i numeri che tendono sempre di più ad aumentare, la FNOMCEO chiede al prossimo Ministro dell’Istruzione un’imminente istituzionalizzazione del percorso e ricorda Roberto Stella uno dei primi, insieme alla DS Princi e al dott Veneziano, ad aver creduto nella bontà della sperimentazione. Purtroppo Il Dott. Roberto Stella è anche uno dei primi Medici ad aver perso la vita per Covid-19 . Proprio al dott. Stella la FNOMCEO vorrebbe dedicare il nuovo liceo biomedico.
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