Si torna a parlare del “liceo breve”, il percorso che riduce di un anno la carriera scolastica dello studente, portandolo da 5 a 4 anni (da 13 a 12 in totale). Una novità che era stata introdotta nel 2017 dall’allora ministra Valeria Fedeli. La sperimentazione, attiva dal 2018-2019, ha visto partecipare inizialmente 100 istituti, poi raddoppiati l’anno successivo. Secondo quanto riportato dal ‘Sole 24 Ore’, il ministero dell’istruzione, su spinta di chi ne sta a capo, ovvero Patrizio Bianchi, avrebbe proposto la sperimentazione a mille istituti per l’anno scolastico 2022-2023. Tale novità è infatti presente in una bozza di un decreto ministeriale inviata dal ministero al Consiglio superiore della pubblica istruzione, che pare però abbia dato parere negativo.
Per gli istituti che dovessero partecipare al progetto, ci saranno dei paletti da rispettare. Un forte dialogo col mondo del lavoro, le università e l’indirizzamento professionale, garantendo il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti per il quinto anno di corso entro la fine del quarto anno. Nel progetto inviato dalle scuole è previsto il potenziamento linguistico, la possibilità di scegliere laboratori e insegnamenti personalizzati e rimodulare le ore di lezione e il calendario scolastico.
Un Comitato scientifico nazionale seguirebbe e valuterebbe gli insegnamenti trasmettendo una relazione al ministero. L’idea di fondo è quella di avvicinare gli studenti italiani a quelli europei (Francia, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito) in cui ci si diploma a 18 anni, invece che a 19, guadagnando un anno in più per i percorsi successivi.