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Liceo breve: “Quali i contenuti del nuovo piano di studi?”

La lettera degli studenti di Trani è pubblicata dal Corriere della Sera
Siamo la classe III B del Liceo delle Scienze Umane «Francesco De Sanctis» di Trani e le scriviamo perché vorremmo avere delucidazioni in merito ad una notizia che ci riguarda molto direttamente: il ministro Carrozza ha autorizzato alcune scuole secondarie di secondo grado a sperimentare la riduzione del corso di studi da cinque a quattro anni, anticipando così, di un anno, l’esame di stato. Ci rivolgiamo, dunque, a lei con l’auspicio che possa accogliere le nostre opinioni circa tale sperimentazione e, con il suo consenso, farci da intermediario in modo da porgere le domande che seguono direttamente al ministro Carrozza. Per esempio nel Liceo Internazionale per l’Innovazione sia classico, scientifico e delle scienze umane «Olga Fiorini» di Busto Arsizio la riduzione degli anni della scuola superiore è stata già applicata. Si pensa che la novità di questo istituto sia proprio «nella metodologia didattica, che intende superare la tradizionale impostazione disciplinare e nozionistica per puntare molto sull’interdisciplinarietà e lo sviluppo di competenze trasversali».
Noi vorremmo sapere:
1. Quali sono queste competenze?
2. Quali sono i contenuti intorno ai quali gira esattamente questo nuovo corso di studi?
3. Quale sarà il rapporto tra i contenuti stabiliti nelle Indicazioni Programmatiche e il monte ore delle discipline oggetto di studio di ogni scuola già molto decurtato?
4. Cosa si apprenderà nelle scuole italiane: contenuti pieni o vane metodologie che presuppongono uno studio autonomo e forse inefficace?
5. Quali requisiti devono avere gli studenti per riuscire ad affrontare questo nuovo corso di studi?
6. Inoltre , ridurre gli anni da 5 a 4 può davvero agevolare il percorso scolastico degli studenti? O considerando le difficoltà incontrate da ogni alunno nello studio, non sarebbe corretto affermare che ridurre gli anni intensificando il programma andrebbe a gravare sullo studio degli alunni che non avrebbero il tempo, che già oggi manca, di approfondire ogni materia ?
7. Quale ricaduta psicologica potrebbe avere uno studio più concentrato, data la diminuzione degli anni scolastici , sugli studenti?
8. Molte facoltà universitarie organizzano corsi di recupero per colmare le lacune che vengono fuori dal test dei saperi minimi. Riducendo gli anni e di conseguenza i contenuti appresi non si andrebbe ad intensificare questo fenomeno?
9. Quale sarà il rapporto tra le competenze in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado e le conoscenze richieste dall’università?
10. Contrariamente a quanto si sostiene non tutte le scuole europee seguono un programma quadriennale. Si tenderà , dunque, ad uniformare il corso di studi delle scuole italiane a quello di alcune scuole europee diminuendo le ore dedicate alle materie umanistiche?
11. Non si rischierebbe, così, di non valorizzare a fondo il patrimonio culturale che ci appartiene ?
12. Perché, al posto di riformare solamente la scuola secondaria di secondo grado, non si pensa a una riforma su tutti i cicli di studi, in modo da calibrare diversamente l’impartizione dei contenuti senza il bisogno di ridurli?
13. Se proprio si dovesse attuare questo provvedimento , non sarebbe meglio diminuire il numero degli alunni per classe , in modo da rendere più facile e veloce il processo di insegnamento-apprendimento?
Naturalmente, prima di porle tali domande e di affrontare questa discussione ci siamo informati leggendo articoli di giornale in merito a questa sperimentazione e abbiamo scoperto che essa è stata avviata anche in altri licei privati e in alcune scuole pubbliche secondarie di secondo grado sparse per tutta l’Italia. Abbiamo, inoltre, visitato il sito del Ministero (nel quale non abbiamo trovato le risposte che speravamo) e i siti delle scuole nelle quali la sperimentazione è già stata avviata. Tra queste, ad esempio, il liceo «Guido Carli» è una delle poche scuole che ha messo in rete il proprio piano di studi. Abbiamo deciso, inoltre, di affrontare il problema alla luce del percorso formativo proprio del liceo delle scienze umane che deve metterci in grado di «padroneggiare le principali tipologie educative» e che prevede «l’acquisizione di quelle competenze necessarie per comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale , con particolare attenzione ai fenomeni educativi e ai processi formativi formali e non». Dopo questa premessa, dunque, noi saremmo disposti ad accettare la riduzione del corso di studi, ma prima vorremmo avere chiarimenti e soprattutto vorremmo avere la garanzia che questo provvedimento non abbia ripercussioni negative sulla nostra formazione. Sembrerebbe strano detto dagli studenti , ma noi a questo provvedimento risponderemmo esaltando l’utilità di uno studio senza limiti di tempo.
L’articolo 34 della Costituzione Italiana dice che l’apprendimento è obbligatorio per 8 anni, ora diventati 10 e con l’intero corso delle superiori 13. Noi questo articolo lo avremmo modificato così: l’apprendimento e l’istruzione non hanno limiti temporali; per essere pronti ad affrontare la vita e a districarsi nei meandri della complessità della realtà che ci circonda si dovrebbe proporre il concetto di lifelong learning.
Sappiamo, però, che è impossibile e allora se davvero l’Italia desidera coltivare futuri uomini e donne che sappiano risollevare questo paese malato, vogliamo la garanzia che i futuri studenti possano apprendere contenuti essenziali per la loro formazione e maturazione con la tranquillità necessaria e il tempo per poterne discutere e approfondire. La ringraziamo per l’attenzione.
La classe III sez.B/Scienze Umane

Pasquale Almirante

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Pasquale Almirante

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