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Liceo del made in Italy, Flc Cgil critica: nessun incremento di organico, ancora operazioni a costo zero

La Flc Cgil si schiera contro il liceo del made in Italy. Il sindacato aveva già espresso in passato alcune perplessità sull’introduzione di questo nuovo percorso, oggi ribadite in seguito alla pubblicazione sul sito della Camera dei Deputati del Disegno di Legge in cui sono contenuti gli aspetti relativi all’immissione del nuovo liceo. Ecco cosa afferma la Flc Cgil:

La relazione tecnica di accompagnamento conferma le previsioni che la FLC CGIL aveva già avanzato in più circostanze. Infatti, in più punti si ribadisce l’assenza di nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato in quanto l’introduzione del nuovo percorso non dovrà determinare incrementi di organico. Del resto, a conferma di tale necessità, anche per il nuovo liceo si manterrà il monte ore attualmente previsto per il liceo economico sociale (27 ore al biennio e 30 ore al triennio). Infatti, per quanto il DdL preveda il potenziamento dell’apprendimento integrato in lingua straniera veicolare, anche in questo caso una specifica clausola impone l’invarianza di organico. La scuola, nella sua autonomia, potrà comunque avvalersi di finanziamenti da parte di altri soggetti o enti pubblici e/o privati. Non è previsto alcun incremento del monte orario anche per quanto attiene il potenziamento e rafforzamento dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), richiesto dal Ddl per il nuovo liceo del Made in Italy. Secondo quanto previsto, in maniera generica dalla relazione tecnica, le scuole dovranno valorizzare “il peso dell’attività laboratoriale ed esperienziale, sviluppando la sinergia con il tessuto socioeconomico-produttivo di riferimento”.

Consideriamo grave quanto previsto all’art. 13 c.4 poiché la confluenza dell’opzione economico sociale nell’opzione Made in Italy determinerà la graduale soppressione del Liceo delle scienze economico-sociali come percorso opzionale del liceo delle scienze umane.

Inoltre, nell’intento di azzerare i costi di eventuali situazioni di esubero, il Ddl prevede un meccanismo di compensazione, non ancora esplicitato, relativo alle discipline di studio del nuovo percorso, con modalità al momento poco chiare perché rinviate al Regolamento che dovrà essere emanato entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Per la FLC CGIL, la scarsa chiarezza costituisce motivo di preoccupazione per la professionalità di migliaia di docenti che dovranno in qualche modo riconvertirsi alle nuove “discipline di studio”.

Ricordiamo che sull’intero territorio nazionale sono ben 419 le scuole statali che hanno attivato i percorsi opzionali del liceo economico e sociale (LES) che contano un totale di 75.747 alunni iscritti in continua crescita, come dimostra l’incremento delle iscrizioni tra il primo e il quinto anno:

  • 1° anno: 18.465;
  • 2° anno: 17.253;
  • 3° anno: 14.618;
  • 4° anno: 13.344;
  • 5° anno: 12.067.

La FLC CGIL ribadisce la necessità di una chiara opposizione a questo percorso liceale fondato esclusivamente sul bisogno di sviluppare competenze imprenditoriali declinate in chiave quasi-autarchica e tese a esaltare la promozione e valorizzazione di specifici settori produttivi, limitati al cosiddetto “Made in Italy.

La FLC CGIL conferma la propria determinazione a intraprendere ogni iniziativa di mobilitazione al fianco di migliaia di docenti obbligati a una confluenza nel nuovo percorso liceale non richiesta né auspicata ma, semplicemente, imposta dall’alto.

Redazione

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