Dopo l’idea presentata in campagna elettorale da Fratelli d’Italia, da qualche giorno si è tornati parlare di un nuovo indirizzo di scuola secondaria superiore denominato liceo del Made in Italy, proposta rilanciata dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Vinitaly.
Ad intervenire sul tema è stato, intervistato a Il Corriere della Sera, il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli. “Sono sempre a favore dell’aumento delle possibilità di scelta da parte dei ragazzi. Il nostro sistema scolastico è rigido e, una volta scelto un indirizzo nella scuola superiore, è difficile poi cambiare. Quindi più possibilità di scelta ci sono e meglio è”, ha esordito, dimostrando di approvare l’idea di FdI.
Giannelli ha parlato del nome del liceo, criticato da molti per essere composto da parole in lingua inglese, cosa che va a cozzare con la proposta di altri esponenti di FdI relativa all’abolizione, con un disegno di legge, delle parole straniere dalla pubblica amministrazione e dai discorsi ufficiali. “Si tratta di slogan. Si chiama liceo per renderlo credo più appetibile alle famiglie ma in realtà ha le materie di un istituto tecnico. Il settore economico di riferimento sono soprattutto la moda e l’enogastronomia”.
Il presidente Anp ha poi esposto il suo pensiero in merito ad una proficua riforma per la scuola: “Credo che ci siano due questioni imprescindibili quando si parla di scuola e di riforme: la prima è quella permettere agli studenti di rinviare la scelta della scuola superiore, come ormai avviene in tanti altri Paesi europei dalla Gran Bretagna alla Finlandia, ai 16 anni. Scegliere la scuola superiore a quattordici anni non è più attuale. La seconda è che, quando si fa una riforma in Italia, si aggiungono materie ma non si toglie mai niente”.
Nel liceo del Made in Italy, secondo la proposta di Fratelli d’Italia al Senato, si toglie la seconda lingua straniera. Ecco cosa ne pensa Giannelli: “Se uno non ha il tempo di imparare più lingue a scuola, lo farà dopo. Non si può pensare che alla maturità si abbia un professionista completo. Del resto sarebbe utile per gli studenti frequentare anche un Its, istituto tecnico superiore, per specializzarsi: gli Its hanno una percentuale di occupabilità elevatissima. Questi costano tanto perché hanno insegnanti vengono dal mondo dell’impresa e hanno un costo superiore al personale scolastico. Ma è il momento di favorirne lo sviluppo”, ha concluso.
Meloni, nel suo discorso a Vinitaly, ha esordito cercando di capovolgere i luoghi comuni che esistono da sempre attorno a licei e istituti tecnici: “In un mondo in cui è stato detto che se avessi scelto il liceo avresti avuto un grande sbocco nella tua vita, e se invece avessi scelto un istituto tecnico avresti avuto opportunità minori, dimentichiamo che in questi istituti c’è una capacità di sbocco nel mondo del lavoro più alto di quella che danno altri percorsi di formazione. Per come la vedo io, questo è il liceo!”.
“Per me questo è il liceo, perché non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura, di quello che questi ragazzi sono in grado di tramandare e portare avanti. Ed è una delle ragioni per cui il governo lavora al ‘liceo del made in Italy’, che spieghi il legame profondo tra la nostra cultura e la nostra identità, la cosa più preziosa che abbiamo”, ha concluso con orgoglio.
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