Licei brevi, formazione o selezione? Cosa cambia veramente?
Spunti per una prima riflessione da parte della commissione scuola APEI (Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani) in merito al recente decreto della ministra Fedeli sulla sperimentazione dei “licei brevi”.
Pur valutando positivamente una possibile equiparazione ai tempi dei percorsi scolastici previsti in altri Paesi europei – che li vedevano avvantaggiati rispetto alla durata della formazione scolastica – noi insegnanti della commissione scuola APEI ci chiediamo prioritariamente:
1 – Quali garanzie verranno fornite per assicurare le pari opportunità per tutti, sia rispetto alla tipologia dell’istituzione scolastica (licei, istituti tecnici e professionali) sia rispetto agli studenti ai quali viene offerta l’opportunità del percorso quadriennale (e, quindi, l’ingresso “anticipato” nel percorso universitario e nel mondo del lavoro)?
2 – Con quali criteri verranno selezionati gli studenti nel caso ci sia un eccesso di richiesta: solo i più meritevoli dal punto di vista del profitto in uscita dalla scuola secondaria di 1 grado? Pensiamo che non sarebbe né equo né oggettivamente valido ai fini della valutazione del percorso quadriennale, in quanto non si terrebbe conto della reale composizione della popolazione scolastica.
3 – Come affrontare l’eventuale rischio del ripristino di una logica meritocratica e selettiva e dell’ esclusione a priori, dalla sperimentazione, dei possibili “candidati” alla dispersione scolastica? Che ne sarà di quella politica dell’inclusione che ci vede, dal punto di vista normativo, i più avanzati in Europa, oltretutto nell’anno del 50° anniversario della morte di Don Milani, l’antesignano dell’inclusività non solo a livello nazionale?
4 – Come evitare che prevalga ancora la logica del risparmio e dell’adeguamento all’efficacia del modello competitivo europeo? Quale parte avrà la specificità italiana in ambito educativo-pedagogico anche in considerazione della dichiarazione UNESCO del 2000 – Dakar sul principio dell’educazione per tutti a partire dai primi ordini e gradi dell’istruzione scolastica,
per garantire il soddisfacimento dei bisogni educativi di tutti i giovani e degli adulti attraverso un accesso equo a programmi di istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita?
“Ogni persona – bambino, ragazzo e adulto – deve poter fruire di opportunità educative specificamente strutturate per incontrare i propri basilari bisogni di educazione”
Questi DIRITTI comprendono tanto i contenuti essenziali dell’apprendimento (dal linguaggio orale e scritto, alla matematica alla capacità di risolvere i problemi) quanto gli strumenti della conoscenza, le competenze, i valori e lo sviluppo delle attitudini, cioè quanto richiesto ad un essere umano per sopravvivere, sviluppare in pieno le proprie capacità, vivere e lavorare dignitosamente, partecipare allo sviluppo, migliorare la qualità della propria vita, prendere decisioni informate, continuare ad apprendere. (The Dakar Framework for Action, Art.1)
5 – Come è possibile riformare un ordine scolastico superiore senza rivedere il percorso precedente, in modo tale da introdurre quegli approcci socio-pedagogici e didattici che attuando la personalizzazione del processo di insegnamento-apprendimento, consentano l’accesso all’istruzione superiore quadriennale anche ai Gianni di Don Milani , in un ambito che attualmente vede, nel corso dei 5 anni, un aumento della dispersione e una strage fatta di bocciature? In effetti all’età di 13-14 anni, cioè al momento del passaggio alle scuole secondarie di secondo grado i “giochi” sono già fatti per i “Gianni” e per i “Pierini”.
6- Di quali criteri di valutazione pedagogica e scientifica si doterà il Comitato scientifico regionale e nazionale che valuterà gli esiti della sperimentazione? Saranno previsti docenti senior e pedagogisti di provata esperienza che inquadrino le problematiche della formazione tenendo presente che la qualità della formazione stessa dei futuri studenti e cittadini del mondo
inizia a 0 anni e non a 14 anni
deve essere orientata a migliorare tutti gli aspetti della qualità dell’istruzione e assicurare a tutti l’eccellenza affinché tutti possano raggiungere risultati visibili e valutabili, specialmente nel leggere, scrivere e contare e in altre abilità essenziali per vivere?.