Crescono le proteste degli studenti per le difficoltà di gestione della didattica a distanza. A Roma sabato 23 gennaio, nel liceo classico e linguistico Kant, dove da alcuni giorni un centinaio di studenti erano in sit-in davanti all’edificio scolastico nella zona della Casilina, si sono vissuti momenti di tensione: mentre alcuni ragazzi, hanno raccontato alcuni testimoni, tentavano di mettere un lucchetto a un cancello con l’intenzione di occupare la scuola, degli agenti della polizia sono intervenuti.
Da un video dell’accaduto, diventato virale, si vedono spinte e strattonamenti. “Guarda che stanno a fa’”, urlava un ragazzo, mentre gli agenti di polizia impedivano la chiusura del cancello. “Questa è la polizia, guarda” che fanno “agli studenti: hanno 15 anni!”, “questo è l’assembramento”, incalzava il ragazzo con toni accesi. Fonti della polizia indicano due agenti refertati in ospedale con cinque giorni di prognosi.
“A scuola sì ma non così”: era iniziata così la protesta-sciopero degli studenti del Kant. Tra i disservizi denunciati dai giovani, vi sono i server della scuola, che a loro dire avrebbero problemi. Al punto che il 50% di studenti collegati da casa dal 18 gennaio avrebbero avuto grosse difficoltà a partecipare alle lezioni in modalità sincrona.
Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Rocco Pinneri, ha tenuto a far sapere che l’Usr laziale “sta seguendo con attenzione la situazione del liceo Kant”.
I fatti sono stati commentati da diversi politici. “Le immagini delle tensioni tra polizia e studenti in sciopero al liceo Kant di Roma, così come si vedono nel video diffuso stamattina in rete, sono estremamente inquietanti”, ha detto la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto.
“Non è certo con questi metodi che si risolvono i problemi della scuola italiana. Credo sia necessario accertare e approfondire quel che è successo e per questo, al Senato, presenteremo subito un’interrogazione in merito”.
Secondo Leone Barilli, segretario di Radicali Roma, “quello che è successo oggi al Liceo Kant di Roma è una pagina triste per la nostra democrazia: forze dell’ordine, dirigenti scolastici e istituzioni locali non sono riusciti a intraprendere un dialogo costruttivo con gli studenti che da ormai una settimana erano in agitazione”.
Dopo avere detto che “l’uso della forza è sempre deplorevole, ancor più se rivolto verso studenti inermi che giustamente reclamano i propri diritti”, Barilli ha dichiarato che “l’assenza di infrastrutture digitali idonee, la mancanza di un trasporto pubblico efficace che contempli il rispetto delle misure di distanziamento sociale, gli ingressi differenziati per orario e gruppi sono elementi che hanno esasperato una situazione già molto critica di per sé. Un recente studio della Comunità di Sant’Egidio ha evidenziato l’aumento dell’abbandono scolastico in questo ultimo anno. Rischiamo di perdere un’intera generazione di ragazzi e ragazze”.
Secondo Eleonora Mattia (Pd), presidente della Commissione scuola e politiche giovanili in Consiglio regionale del Lazio, “il lavoro di tutte le istituzioni e i corpi intermedi per garantire il rientro in sicurezza di tutta la comunità scolastica è stato massimo: le criticità ci sono, ma si sta lavorando senza sosta per risolverle puntualmente. É bene ricordare che continuiamo a vivere e dover gestire una situazione emergenziale e non del tutto prevedibile”.
“Voglio dire agli studenti che le istituzioni sono dalla loro parte, con tutti i limiti di un’azione che resta d’urgenza”.
“Mattia ha anche tenuto a dire che “la responsabilità di tutti e soprattutto del corpo studentesco è di proteggere la vita democratica e per questo chiediamo loro di impedire sempre le provocazioni e le degenerazioni violente e pericolose”.
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