Nel rispondere alla interrogazione sul flop di iscrizioni al liceo Made in Italy il ministro delle Imprese Adolfo Urso non è riuscito a strappare l’applauso né degli interroganti ma neppure della sua stessa maggioranza di Governo.
Intanto il Ministro ha ricordato che la legge sul made in Italy è entrata in vigore solamente 33 giorni fa e ha aggiunto: “Considerando il periodo di festività natalizie e le tempistiche che caratterizzano generalmente le procedure nel nostro Paese può considerarsi già un buon inizio aver dato avvio a questo percorso di studi sperimentali in così poco tempo. Peraltro il nuovo liceo si è aggiunto alla proposta formativa quando il percorso di orientamento nelle scuole si era già concluso da tempo, nel dicembre scorso”.
E già qui ci sarebbe da osservare che al momento della approvazione della legge da più parti era stato fatto osservare al Governo che i tempi erano davvero stretti; per evitare di trovarsi in questa situazione sarebbe bastato rinviare di un anno l’avvio del progetto.
Ma Urso ha anche detto: “Crediamo che sia davvero apprezzabile e incoraggiante essere giunti a oltre 400 iscrizioni, che potrebbero avere un ulteriore incremento nei prossimi giorni, man mano che giungono quelle fatte direttamente negli istituti. Ciò consentirà di attivare, già in settembre, i primi licei nei principali distretti industriali italiani”.
Peccato che gli iscritti siano 375 e non “oltre 400” ed è ben difficile che nei prossimi giorni arrivino “direttamente alle scuole” (come dice il Ministro) altre iscrizioni: anzi, è probabile che accada esattamente il contrario e cioè che in molte scuole i pochi alunni che hanno optato per il Made in Italy non saranno sufficienti per formare una classe e quindi dovranno ripiegare su un altro indirizzo (probabilmente l’Economico Sociale).
“Questo – ha ancora detto Urso – è un anno pilota e anche per questo è già in atto il coinvolgimento dei rappresentanti del mondo produttivo per la definizione dell’offerta formativa del nuovo liceo e per la partecipazione alla costituenda Fondazione Imprese e Competenze per il made in Italy”.
“A tal fine – ha concluso il Ministro – il Ministero dell’Istruzione e del merito ha convocato un’apposita commissione tecnica che dovrà definire, appunto, il percorso formativo del triennio. Nel frattempo, il nostro Ministero, il Ministero delle Imprese e del made in Italy, ha già dato avvio a una serie di audizioni informali con le imprese più rappresentative del made in Italy”.
Dichiarazioni che, ovviamente, hanno consentito agli interroganti di replicare senza difficoltà.
Giulia Pastorella di Azione ha avuto buon gioco e ha detto: “La sua risposta, Ministro, non solo mi lascia perplessa ma mi conferma che questo Governo fa politica al contrario, ovvero, prima, si istituisce qualcosa e poi si fanno le consultazioni, poi si definiscono i programmi e si definiscono le materie. Forse sarebbe stato più opportuno, ferma restando la vostra volontà di istituire questo percorso alternativo, che tra l’altro doppia in molti casi quelli già esistenti, prima fare le consultazioni, prima sentire le categorie, prima includerlo tra le opzioni”.
Senza perdersi la soddisfazione di un affondo: “Ha detto lei stesso che questi ragazzi si sono iscritti senza che ci fosse alcun orientamento, quindi si sono iscritti forse sulla fede nel fatto che questo percorso fosse adatto. A me preoccupa che questi più di 400 iscritti, come lei dice, ma ci risultava fossero 375, siano andati completamente alla cieca”.
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