Commenti entusiastici della maggioranza per l’approvazione del disegno di legge sul Made in Italy da parte della Camera dei deputati nella seduta del 7 dicembre.
Su questo provvedimento, nelle ultime settimane, il Governo ha innestato il turbo anche con l’intenzione di chiudere la partita entro la fine del mese.
Il provvedimento dovrà però passare anche al Senato e i tempi sono davvero ristretti anche perché, in concomitanza, c’è anche da approvare la legge di bilancio.
Secondo la sottosegretaria all’istruzione Paola Frassinetti (FdI) il nuovo liceo previsto dalla legge “preparerà la classe dirigente necessaria alla promozione e alla tutela delle nostre eccellenze”.
“L’istituto – aggiunge Frassinetti – colmerà un vuoto in questo campo e interverrà nell’ambito della capacità di tutelare, valorizzare e promuovere le eccellenze italiane nel mondo. Le materie riguarderanno prevalentemente argomenti di tipo giuridico-economico, saranno previste anche filosofia, due lingue straniere, inoltre saranno attivati i percorsi di tirocinio con le imprese per rafforzare la connessione col tessuto economico-produttivo di riferimento”.
Come si ricorderà, inizialmente il disegno di legge prevedeva che il Liceo Made in Italy avrebbe dovuto progressivamente “soppiantare” o quanto meno “inglobare” il liceo economico sociale.
Nel corso di questi mesi, però, si è creato un vasto movimento a difesa degli economico-sociali animato e sostenuto non solo dalla rete nazionale dei LES ma anche di sindacati della scuola.
E così, a conti fatti, il risultato dovrebbe essere un po’ diverso: il liceo made in Italy e l’economico-sociale coesisteranno come articolazione del sistema dei licei.
“La Rete nazionale dei Licei Economico-Sociali – sottolinea Francesca Di Liberti, dirigente della scuola capofila della Rete stessa – sta seguendo con interesse l’evoluzione del disegno politico dopo le audizioni a cui ho preso parte. La Rete si era già espressa a giugno e ad agosto con due documenti che proponevano che i due indirizzi si sviluppassero in modo parallelo, ma i legislatori hanno scelto di porli in alternativa”.
“Ad ogni modo – aggiunge – nel prosieguo dell’esame del ddl le cose sono cambiate e la nostra Rete esprime soddisfazione per la permanenza del LES nell’ordinamento liceale, visto il crescente consenso che sta registrando”.
Ma nella legge c’è una questione che rischia di complicare l’intera vicenda; spiega ancora Di Liberti: “Saranno le Regioni e gli UU.SS.RR. a valutare come i diversi territori potranno contribuire all’attuazione delle due offerte formative che, come è stato più volte evidenziato nei documenti della Rete e nelle audizioni, non sono sovrapponibili in quanto disegnano profili di uscita delle studentesse e degli studenti diversi. La Rete nazionale resta in attesa di capire le dinamiche alla base delle scelte delle singole Regioni e auspica che vengano coinvolte le scuole direttamente interessate nel dialogo istituzionale”.