Praticamente dall’insediamento del Governo Meloni nella seconda metà del 2022 si parla della possibile introduzione del liceo Made in Italy, da tempo voluto fortemente dalla stessa premier. Ma quando sarà attivo? Forse le prime classi partiranno già nel 2024/2025, il prossimo anno scolastico.
Lo prevede una disposizione transitoria introdotta nel Ddl omonimo durante l’esame alla Commissione attività produttive della Camera. Lunedì inizierà l’esame del provvedimento in aula e poi dovrà essere approvato dal Senato. Ad annunciarlo IlSole24Ore, che scrive che in via transitoria e in attesa di un regolamento del ministro dell’istruzione, la costituzione delle classi prime potrà avvenire, su richiesta delle scuole che erogano l’opzione economico-sociale del percorso del liceo delle scienze umane, e previo accordo tra l’ufficio scolastico e la regione.
Questo il quadro orario del piano didattico per il primissimo biennio che prevede, tra le materie di interesse, anche quelle Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica): – Lingua e letteratura italiana,132 ore l’anno, – Storia e geografia, 99 ore l’anno, – Diritto, 99 ore l’anno, – Economia politica, 99 ore l’anno, – Lingua e cultura straniera, 99 ore l’anno, – Seconda lingua e cultura straniera, 66 ore l’anno, – Matematica con Informatica, 99 ore l’anno, – Scienze naturali (biologia, chimica, scienze della terra), 66 ore l’anno, – Scienze motorie e sportive, 66 ore l’anno, – Storia dell’arte, 33 ore l’anno, – Religione cattolica o attività alternative, 33 ore l’anno.
Come abbiamo scritto, il percorso del nuovo indirizzo di studi appare in salita per alcune ragioni. Il regolamento potrebbe arrivare non prima della prossima primavera, quando le scuole avranno già chiuso da tempo le iscrizioni degli alunni per il 2024/25.
C’è poi un secondo problema: il ddl prevede che il nuovo liceo made in Italy assorba gradualmente i licei economico sociali frequentati oggi da circa 75mila studenti. All’ipotesi si sta opponendo la rete nazionale dei licei economico-sociali; ma anche i sindacati non sono affatto d’accordo con questa soluzione. Il fatto è che, a settembre, anche la Conferenza Stato-Regioni si è espressa sulla questione ed ha chiesto espressamente al Governo di cancellare quel passaggio.
L’introduzione di questo liceo sta destando preoccupazione nei docenti e dirigenti degli istituti economico-sociali di tutta Italia, circa cinquecento. Trecento di essi fanno parte di una Rete Nazionale (Rete Nazionale LES) che si sta battendo per far sentire la propria voce e spingere verso la coesistenza, anziché l’assorbimento di un percorso di studi in un altro, dei due indirizzi.
La Cabina di Regia della Rete lo scorso 15 Giugno, ha approvato un ampio documento che avanza alcune osservazioni ed idee. La Rete delinea, in sostanza, un liceo di ambito giuridicoeconomico autonomo con due opzioni: una “Made in Italy” ed una “Economico Sociale”.
Ecco le domande che si è posta la Rete LES, in un documento firmato da Francesca Di Liberti, dirigente scolastica del Liceo Statale “Regina Margherita”, Torino e Luca Azzollini, dirigente scolastico I.I.S. “Paolo Frisi”, Milano: “In primo luogo, ci si chiede quale sia la collocazione ordinamentale della nuova ‘opzione’ Made in Italy: sarà ancora legata al Liceo delle Scienze Umane (come l’attuale LES)? Oppure ad un altro indirizzo? Nel secondo caso, la nuova opzione dovrà essere richiesta corredata delle delibere degli OO.CC. delle istituzioni scolastiche interessate. In quali tempi, compatibili con la definizione dei piani delle reti scolastiche approntati dagli Enti locali? Non meno rilevante appare chiarire quali docenti saranno chiamati ad insegnare ‘principi e strumenti della gestione di impresa’, ‘tecniche e strategie di mercato’, ‘strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese’, ‘strumenti di sostegno alla internazionalizzazione delle imprese’. Se le risorse umane devono già sussistere e non si devono determinare situazioni di esubero, atteso che nel Ddl governativo la disciplina ‘Scienze Umane’ è l’unica, tra quelle che compongono il piano di studi dell’attuale LES, che non viene compresa nel nuovo Made in Italy, si potrebbe giungere alla conclusione che i docenti della classe di concorso A018 dovranno farsi carico dei nuovi insegnamenti, pur non essendo forse tutti pronti a affrontare un cambiamento così profondo”.
“Un’altra perplessità riguarda la complessità dell’azione di orientamento in entrata, necessaria per trasmettere l’idea della valenza formativa di un corso di studi totalmente nuovo alle famiglie e alle studentesse e agli studenti che potrebbero trovare valide alternative in altri percorsi liceali già affermati, rinviando la formazione manageriale agli studi universitari. Tale perplessità si intreccia con la consapevolezza che le proiezioni statistiche prevedono un calo demografico nei prossimi anni con la conseguente contrazione degli organici nella scuola”.
“Infine i tempi di approvazione del Ddl, a cui si deve aggiungere un successivo periodo necessario per la predisposizione del Regolamento attuativo per la nuova ‘opzione’, sembrano rendere piuttosto aleatorio l’obiettivo di farla decollare dall’anno scolastico 2024/2025”.
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