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Liceo made in Italy, per sviluppare strategie di marketing e modelli di business: testo di legge a rischio di multe

Nel disegno di legge sul liceo “made in Italy” targato Fratelli d’Italia c’è qualcosa che non torna soprattutto se si tiene conto che solo qualche giorno fa sono stati proprio alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia a presentare un altro disegno di legge per “mettere al bando” parole ed espressioni straniere.
Provvedimento che prevede persino multe salatissime per chi usa impropriamente termini non italiani.

Ora, possiamo anche sorvolare sulla espressione “made in Italy”, che pure potrebbe essere ottimamente sostituita con “prodotto in Italia”, ma francamente il testo della relazione introduttiva al disegno di legge lascia quanto meno perplessi.
Si parla infatti con grande disinvoltura di “nuovi modelli di business”, di marketing e anche di green economy, senza dimenticare neppure i “processi digitali a supporto dell’export”.

Ma la performance (da qualche parte si usa anche questo termine) migliore i senatori di Fratelli d’Italia la raggiungono nel testo della legge e precisamente nell’articolo in cui vengono indicate accuratamente le discipline che dovranno caratterizzare i programmi di insegnamento del nuovo liceo.
Con grande sprezzo del rischio di essere multati da un’altra legge del proprio stesso partito, i senatori di Fratelli d’Italia propongono che fra le materie del triennio vi siano anche i “modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare”.
D’altronde la legge stessa prevede che il percorso formativo del liceo offra conoscenze adeguate in fatto di tecniche avanzate di marketing e di strategie di marketing specifiche per le imprese del Made in Italy.
Si tratta appunto di termini che sono ormai entrati ampiamente nell’uso quotidiano della nostra lingua, ma resta il fatto che Fratelli d’Italia vorrebbe limitarne drasticamente l’uso.

Ma entrando però nel merito del ddl sul liceo made in Italy va subito detto che le previsioni sulla entrata in funzione del nuovo percorso sembrano piuttosto fantasiose.
Il provvedimento, infatti, è una legge delega che stabilisce che il Governo dovrà emanare i decreti applicativi entro un anno dalla entrata in vigore della legge.
Ora, nella migliore delle ipotesi, questo disegno di legge potrebbe essere approvato non prima dell’autunno 2023; a quel punto il Governo avrebbe tempo 12 mesi per adottare i decreti legislativi che sarebbero così operativi per l’autunno del 2024.
Quindi, se tutto dovesse filare liscio i primi licei made in Italy potrebbero prende avvio con l’anno scolastico 2025/26.

Reginaldo Palermo

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