Com’è noto, da tempo i membri del Governo Meloni discutono a proposito dell’introduzione di un nuovo indirizzo di studi nella scuola superiore, il liceo Made in Italy. Questo percorso dovrebbe sostituire l’attuale liceo economico sociale. La prima versione del Ddl sul liceo Made in Italy, al momento in standby, è stata approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso maggio.
Come si legge sul sito del Senato il disegno di legge al Senato è stato presentato in data 25 gennaio, assegnato alla 7ª Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica) il 28 marzo, ma ancora non è iniziato l’esame.
L’introduzione di questo liceo sta destando preoccupazione nei docenti e dirigenti degli istituti superiori con indirizzo economico-sociale di tutta Italia, circa cinquecento. Trecento di essi fanno parte di una Rete Nazionale (Rete Nazionale LES) che si sta battendo per far sentire la propria voce e spingere verso la coesistenza, anziché l’assorbimento di un percorso di studi in un altro, dei due indirizzi.
La Cabina di Regia della Rete, già lo scorso 15 Giugno, ha approvato un ampio documento che avanza alcune osservazioni ed idee. La Rete delinea, in sostanza, un liceo di ambito giuridicoeconomico autonomo con due opzioni: una “Made in Italy” ed una “Economico Sociale”.
La nuova versione del Ddl, trasmessa al Parlamento negli scorsi giorni, presenterebbe alcune modifiche rilevanti. Il Made in Italy è ora definito “opzione”. La confluenza del LES nella nuova “opzione” dovrà avvenire:
- “subordinatamente alla sussistenza delle risorse umane, finanziarie e strumentali esistenti a legislazione vigente”
- “senza determinare situazioni di esubero di personale e senza determinare nuovi o maggiori
oneri per la finanza pubblica”.
Le perplessità della Rete LES
Ecco le domande che si pone a questo punto la Rete LES, in un documento firmato da Francesca Di Liberti, dirigente scolastica del Liceo Statale “Regina Margherita”, Torino e Luca Azzollini, dirigente scolastico I.I.S. “Paolo Frisi”, Milano: “In primo luogo, ci si chiede quale sia la collocazione ordinamentale della nuova ‘opzione’ Made in Italy: sarà ancora legata al Liceo delle Scienze Umane (come l’attuale LES)? Oppure ad un altro indirizzo? Nel secondo caso, la nuova opzione dovrà essere richiesta corredata delle delibere degli OO.CC. delle istituzioni scolastiche interessate. In quali tempi, compatibili con la definizione dei piani delle reti scolastiche approntati dagli Enti locali? Non meno rilevante appare chiarire quali docenti saranno chiamati ad insegnare ‘principi e strumenti della gestione di impresa’, ‘tecniche e strategie di mercato’, ‘strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese’, ‘strumenti di sostegno alla internazionalizzazione delle imprese’. Se le risorse umane devono già sussistere e non si devono determinare situazioni di esubero, atteso che nel Ddl governativo la disciplina ‘Scienze Umane’ è l’unica, tra quelle che compongono il piano di studi dell’attuale LES, che non viene compresa nel nuovo Made in Italy, si potrebbe giungere alla conclusione che i docenti della classe di concorso A018 dovranno farsi carico dei nuovi insegnamenti, pur non essendo forse tutti pronti a affrontare un cambiamento così profondo”.
“Un’altra perplessità riguarda la complessità dell’azione di orientamento in entrata, necessaria per trasmettere l’idea della valenza formativa di un corso di studi totalmente nuovo alle famiglie e alle studentesse e agli studenti che potrebbero trovare valide alternative in altri percorsi liceali già affermati, rinviando la formazione manageriale agli studi universitari. Tale perplessità si intreccia con la consapevolezza che le proiezioni statistiche prevedono un calo demografico nei prossimi anni con la conseguente contrazione degli organici nella scuola”.
“Infine i tempi di approvazione del Ddl, a cui si deve aggiungere un successivo periodo necessario per la predisposizione del Regolamento attuativo per la nuova ‘opzione’, sembrano rendere piuttosto aleatorio l’obiettivo di farla decollare dall’anno scolastico 2024/2025”.
La Rete chiede un dialogo con i decisori politici
“La Rete Nazionale dei LES conferma di ritenere che un’interlocuzione diretta e trasparente da parte dei decisori politici e Amministrativi dissiperebbe il clima di preoccupazione ed insofferenza che sta diffondendosi nelle 300 scuole aderenti. Il dialogo che auspichiamo costituirebbe un pilastro solido su cui costruire l’identità del progettato nuovo liceo che in una parte delle scuole della rete ha comunque suscitato interesse”, questa la speranza della Rete. Proprio ieri Il Corriere della Sera ha parlato di grande successo per i licei economico sociali, che nella zona del torinese stanno facendo registrare molte iscrizioni, attirando più studenti del liceo classico.