Ormai è ufficiale: empatia, gestione delle emozioni e dello stress saranno insegnerate a scuola. Si tratta delle competenze non cognitive, il cui disegno di legge, con l’approvazione definitiva del Senato, dopo il via libera della Camera, è a tutti gli effetti realtà. Lo riporta Open.
Il ddl è un’iniziativa del centrodestra, nello specifico di Maurizio Lupi e Alessandro Colucci di Noi con l’Italia. La norma prevede una sperimentazione triennale di queste attività, che partirà dal prossimo anno scolastico. La partecipazione sarà volontaria e inizialmente riservata alle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Il primo anno sarà dedicato alla formazione degli insegnanti, con fondi destinati a enti accreditati scelti direttamente dalle scuole. Questo periodo servirà a preparare i docenti a integrare le competenze non cognitive nel loro insegnamento quotidiano.
Nei due anni successivi, le competenze non cognitive saranno gradualmente introdotte nei programmi scolastici, seguendo la linea dell’autonomia scolastica, ma sempre con linee guida a supporto. Un monitoraggio costante, affidato a una commissione composta da esperti, docenti universitari e dirigenti scolastici in pensione, accompagnerà il percorso, garantendo che i risultati vengano valutati con attenzione.
La valutazione si estenderà fino al quinto anno delle scuole superiori e al primo anno di eventuali percorsi universitari, per misurare l’efficacia a lungo termine di queste competenze nel processo formativo degli studenti.
“L’obiettivo è rendere gli studenti autonomi e consapevoli delle proprie scelte per costruire il loro futuro. La scuola non forma solo la mente, ma anche la coscienza”, dichiara Ella Bucalo, senatrice di FdI e membro della Commissione Cultura e Istruzione del Senato. “I dati del 2024 mostrano una significativa riduzione della dispersione scolastica al 9%, soprattutto nelle regioni del Sud. Questo provvedimento rappresenta un passo concreto per affrontare il problema dell’abbandono scolastico, in linea con gli obiettivi del Pnrr”, conclude.
Non esiste ancora una definizione univoca, visto che gli studi su queste tematiche sono ancora recenti, ma già nel 1993 l’OMS aveva individuato 10 life skills, definendole come competenze sociali e relazionali che permettono ai ragazzi di affrontare in modo efficace le esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a se stessi, agli altri e alla comunità.
Le life skills individuate dall’OMS, come riporta il sito di Invalsi, sono state racchiuse in 3 macroaree:
Competenze emotive
Competenze relazionali
Competenze cognitive
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