La regista cinematografica, Liliana Cavani, 86 anni, in una lunga intervista al Corriere della Sera, difende la scuola e rilancia: “Fosse per me in Italia farei solo scuole. Scuole, scuole, scuole… Il bene primario, ma da noi nessuno se ne occupa. Se si vuol far crescere un Paese è lì che bisogna investire. Il sapere è l’unica garanzia di progresso, civiltà, benessere”.
Cavani aggiunge nel corso del colloquio con il Corriere: “L’istruzione va difesa, bisogna ridarle peso e qualità, approfondire la conoscenza del passato. Altro che tagliare storia e storia dell’arte! E poi, sostenere gli insegnanti, così vilipesi e sottopagati”.
Liliana Cavani, però, non è stata un’alunna modello: “Non sono stata un’alunna modello. Ho cominciato male, alle elementari a Carpi, dove sono nata, finivo spesso in castigo. Tutto è cambiato al liceo, a Modena. Ottima scuola, professori che mi hanno fatta innamorare di greco, latino, filosofia. E poi Lettere Antiche a Bologna, avrei voluto fare archeologia ma non conoscendo il tedesco… Mi laureai in Filologia linguistica, tesi sul dialetto della mia regione”.
Liliana Cavani, regista di successo
Liliana Cavani nasce il 12 gennaio del 1933 a Carpi, in provincia di Modena.
Dopo gli studi superiori, si iscrive all’università di Bologna dove, nel 1959, si laurea in lettere antiche. Successivamente si trasferisce a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Nel 1966 Liliana Cavani gira il suo primo film, “Francesco d’Assisi” (sulla vita del santo), in cui il protagonista è impersonato da Lou Castel. Continua realizzando film biografici e due anni più tardi è la volta di “Galileo”; la pellicola viene scelta per partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia. In questo lavoro la regista emiliana pone l’accento sul contrasto tra religione e scienza.
Nel 1973 dirige “Il portiere di notte” (con Dirk Bogarde e Charlotte Rampling) e quattro anni dopo gira “Al di là del bene e del male”, in cui racconta gli ultimi anni della vita di Friedrich Nietzsche concentrandosi sulla relazione tra Paul Rée e Lou von Salomé.
Nel 1999 la regista riceve dall’Università Lumsa la laurea honoris causa in scienze della comunicazione per la ricerca sull’autenticità dell’uomo e per aver dato forma alle inquietudini del presente.
Nel 2004 Liliana Cavani gira la fiction di Raiuno “De Gasperi, l’uomo della speranza”, che vede nel cast Fabrizio Gifuni (nel ruolo di Alcide De Gasperi) e Sonia Bergamasco