Liliana Segre, la sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz e senatrice della Repubblica, compie oggi 93 anni.
È nata a Milano il 10 settembre 1930 da una famiglia ebrea ma laica. Lei è appunto una dei 25 bambini italiani sopravvissuti, su 776, al campo di concentramento di Auschwitz.
A 8 anni, con la promulgazione delle leggi razzali del 1938, fu costretta ad abbandonare la scuola elementare. Catturata col padre durante un tentativo di fuga in Svizzera, da Milano-San Vittore, dove rimase detenuta per 40 giorni, il 30 gennaio 1944 venne deportata con il padre in Germania, partendo dal “Binario 21” della Stazione Centrale di Milano.
Raggiunto il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz, fu internata nella sezione femminile. Non rivedrà mai più il padre, che morirà ad Auschwitz il 27 aprile 1944.
Stessa sorte toccò ai nonni paterni, arrestati e deportati ad Auschwitz, dove furono uccisi il giorno stesso del loro arrivo.
Tatuata col numero di matricola 75190, nel capo di concentramento fu impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni “Union”, di proprietà della Siemens.
Nel 1945, sgomberato il campo per sfuggire all’Armata Rossa, fu trasferita insieme con gli altri prigionieri nel campo femminile di Ravensbrck e in seguito trasferita nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania.
Fu liberata il 1° maggio 1945, unitamente agli altri prigionieri, dopo l’occupazione del campo di Malchow da parte dei russi. Tornò a Milano nell’agosto 1945. Nel 1990, dopo 45 anni di silenzio si rese per la prima volta disponibile a partecipare ad alcuni incontri con gli studenti delle scuole di Milano, portando la sua testimonianza di ex deportata.
insignita dell’onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, della Medaglia d’oro della riconoscenza della Provincia di Milano, il 27 novembre 2008 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Giurisprudenza dall’Università degli Studi di Trieste e il 15 dicembre 2010 dall’Università degli Studi di Verona la Laurea honoris causa in Scienze pedagogiche. È Presidente del Comitato per le “Pietre d’inciampo”
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