La scuola deve imparare a superare l’egoismo e ad esaltare invece “l’interesse collettivo, la solidarietà, la cura dell’altro”. Oggi, in emergenza pandemica, ancora più di ieri. È il messaggio della senatrice a vita Liliana Segre, letto dalla ministra all’Istruzione Lucia Azzolina durante il primo incontro del ciclo “Ripensare l’educazione del XXI secolo”, seguito anche dalla Tecnica della Scuola.
La scuola è decisiva
“Tema decisivo – ha detto – quello della scuola, dell’educazione, dell’aggiornamento dei metodi pedagogici e d’insegnamento. Da quest’anno drammatico abbiamo avuto la conferma che non si tratta di temi per addetti a lavori, dato che ormai è in questione addirittura l’avvenire del mondo e del genere umano”.
Liliana Segre ha sempre sentito molto il rapporto con la scuola: un attaccamento che ha origine anche della sua esclusione dalla classe elementare, sul finire degli anni Trenta, perchè ebrea, a seguito dell’adozione delle leggi razziali.
Pensare in grande
“Dobbiamo tornare a pensare in grande. Di certo – ha continuato Segre – nulla sarà più come prima. L’economia, il lavoro, lo studio, la vita appunto di miliardi di persone sono state stravolte dalla pandemia. Non possiamo perdere l’occasione di riorganizzare il mondo su basi diverse, più giuste, più inclusive. La scuola, come l’università, era un fulcro del vivere civile già prima, oggi se possibile ancora di più”.
Prima l’interesse collettivo
“La sfida è infatti – ha aggiunto la senatrice – riuscire a formare una generazione sempre più avvertita dell’insostenibilità di una società che non metta al primo posto l’interesse collettivo, la solidarietà, la cura dell’altro, consapevole altresì dei pericoli di un ecosistema-mondo che non sopporta più i nostri ritmi di distruzione e dissoluzione delle risorse. Compiti immani e ancor più grandi responsabilità”.