In occasione del Giorno della Memoria e di fronte alle numerose manifestazioni per ricordare l’immane dramma dello sterminio bestiale di milioni e milioni di persone tra ebrei, oppositori politici, diversi, anche la senatrice a vita Liliana Segre, 90 anni, deportata nei campi di sterminio nazisti e miracolosamente uscita viva, interpellata, ha detto: “Non ho mai perdonato, come non ho mai dimenticato”. Una testimonianza forte che dovrebbe scuotere le coscienze.
E “mentre ero ad Auschwitz “, ha detto anche in altre occasioni la senatrice, “per un attimo vidi una pistola a terra, pensai di raccoglierla. Ma non lo feci. Capii che io non ero come il mio assassino. Da allora sono diventata donna libera e di pace”.
Parlando delle leggi razziali Segre ha pure ricordato che “un giorno di settembre del 1938 sono diventata l”altra’. So che quando le mie amiche parlano di me aggiungono sempre ‘la mia amica ebrea’.
E da quel giorno, a otto anni, non sono più potuta andare a scuola. Mio papà e i nonni e mi dissero che ero stata espulsa. Chiesi perché, mi risposero che ci sono delle nuove leggi e gli ebrei non possono fare più una serie di cose. Se qualcuno legge a fondo le leggi razziali fasciste capisce che una delle cose più crudeli è stato far sentire invisibili i bambini”.
Appena arrivati nel lager, “mi venne tatuato un numero sul braccio, e dopo tanti anni si legge ancora bene, 75190”.
Ma oggi, 27 gennaio, anche in tutta Europa, oltre che in Italia, si svolgono iniziative per ricordare la tragedia della Shoah: nelle scuole, in Parlamento, nei Comuni, nelle tv.
Ed è importante ricordare, fondamentale riportare alla luce documenti e testimonianze di quei crimini efferati.
Una recente ricerca Eurispes, svolta nell’ottobre 2020, rivela purtroppo che i negazionisti aumentano anche in Italia: in circa 15 anni la percentuale di chi non crede all’orrore della Shoah è passata dal 2,7% al 15,6% con un 16% che sostiene che la persecuzione sistematica degli ebrei “non ha fatto così tanti morti”.