Secondo i risultati di uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge, dell’Università di Oxford e del Donders Institute for Brain, Cognition and Behaviour, l’impatto dei social media sul benessere mentale varia a seconda dell’età e del genere, con le ragazze che sperimentano gli effetti più negativi tra gli 11 e 13 anni, mentre le controparti maschili sembrano associate a più difficoltà tra i 14 e i 15 anni.
In poco più di un decennio, osservano gli esperti, i social media hanno modificato radicalmente il modo in cui le persone trascorrono il tempo, condividono informazioni e intrattengono relazioni, il che ha portato a una sostanziale preoccupazione dei potenziali impatti negativi di queste piattaforme
In particolare, questa associazione negativa per le ragazze sembrava accentuarsi tra gli 11 e i 13 anni.Per i giovani di genere maschile, invece, tale correlazione è stata osservata tra i 14 e i 15 anni. Queste differenze, sostengono gli esperti, suggeriscono che la sensibilità all’uso dei social potrebbe essere collegata a cambiamenti nello sviluppo, nella struttura del cervello, o alterazioni dovute alla pubertà, che negli uomini tende a giungere a un’età più avanzata.
Sarà necessario proseguire le ricerche per comprendere il modo in cui gli effetti derivanti dall’uso dei media siano influenzati da età, genere e alterazioni fisiologiche che si verificano nel corso della vita”.
In pratica sembra che i risultati mostrino che oltre all’impatto negativo dei social sul benessere mentale è necessario considerare anche “il meccanismo inverso, per cui una minore soddisfazione della vita può portare a un maggiore utilizzo dei social media”.