Dal 22 luglio scorso e sino al 6 agosto, (se, come da più parti si auspica, i termini non verranno prorogati) è possibile compilare la domanda per l’inserimento nelle Graduatorie provinciali e d’Istituto. L’Ordinanza Ministeriale che istituisce le GPS è del 10 luglio; il testo, tutt’altro che inappuntabile, aveva causato proteste e richiesto modifiche in itinere.
Ma adesso, dopo che legioni di aspiranti hanno cercato di compilare su Istanze online la loro domanda, dopo che schiere di operatori sindacali si sono scervellati sulla corretta interpretazione di parecchi passaggi criptici, dopo che la schermata blu con la scritta “Attenzione. Il sistema non è momentaneamente disponibile” ha fatto saltare i nervi a migliaia di persone, adesso, insomma, lo possiamo dire: la realtà, ancora una volta, ha superato l’immaginazione. Le segnalazioni di errori e disfunzioni non si contano. Il sistema è in continua manutenzione da parte del gestore, cosa che provoca, tra le altre conseguenze indesiderate, la perdita o l’alterazione dei dati inseriti, compresi quelli relativi al servizio, con evidente danno nel caso in cui l’interessato non si renda conto di tale problema. Il sovraccarico della piattaforma non ha sorpreso nessuno, se non, forse, gli entusiasti burocrati di viale Trastevere, che non hanno tenuto conto dei numeri ingenti di aspiranti all’inserimento in graduatoria. Come se non bastasse, molte tra le voci da spuntare nella domanda risultano poco chiare e ancor meno intuitive e pertanto rischiano di essere trascurate o barrate involontariamente in modo errato. Permangono alcuni vecchi problemi che, a rigore, potevano essere affrontati e risolti, vista la situazione emergenziale: un caso tra tutti è quello dei diplomati magistrali che ora, dopo essere stati immessi in ruolo con riserva ed aver subito la sentenza di merito negativa, torneranno nell’infelice posizione di precari, magari dopo più di un decennio di insegnamento ed il superamento dell’anno di prova. L’inserimento nelle GPS degli studenti e delle studentesse di Scienze della Formazione di certo non ha semplificato le cose. Non ci sappiamo spiegare come quella stessa ministra che qualche mese fa chiedeva scusa ai precari per il mancato aggiornamento delle graduatorie possa ora aver varato in quattro e quattr’otto una serie di “innovazioni” che avranno un solo risultato sicuro, vista la confusione che hanno ingenerato: aumentare il contenzioso in modo esponenziale.
Non è questa la “semplificazione” di cui la scuola ha bisogno. Da mesi registriamo da parte della ministra superficialità rispetto a molti aspetti dell’istituzione ai vertici della quale si trova. È ormai chiaro che manca, a viale Trastevere, un progetto concreto per il miglioramento della scuola e che l’improvvisazione domina su ogni scelta compiuta, sia che riguardi l’acquisto dei banchi con le rotelle, sia che concerna lo sbandieramento di 4 miliardi di euro messi a disposizione della scuola (quando ce ne vorrebbero altri venti soltanto per avvicinarci alla spesa media europea), sia che concerna la didattica a distanza, in presenza o ibrida.
In filigrana noi vediamo, però, il tentativo di mettere a punto una linea preoccupante di governo della scuola. Il progetto, non ancora andato in porto, di regolamentare ulteriormente il diritto di sciopero, la mancanza di ogni discorso serio sulla ripresa in sicurezza a settembre, l’elogio acritico dell’uso dei media digitali nella didattica, la messa tra parentesi di qualsiasi ripresa di trattativa per il rinnovo contrattuale di un comparto che è quello trattato peggio in tutto il Pubblico Impiego, la guerra scatenata tra i precari dalle modifiche rispetto alla valutazione dei titoli, sono tutti tasselli di uno stesso mosaico.
Per quel che riguarda le GPS chiediamo fermamente una proroga dei termini e una velocissima revisione di tutti gli aspetti ancora oscuri, al fine di non obbligare gli operatori sindacali e i docenti a svolgere veri e propri seminari su diciture quali “lodevole servizio”. Apprendiamo con sollievo che oggi un altro dei rompicapo presenti nella domanda è stato sciolto e che, finalmente, le donne non sono obbligate a dichiarare d aver svolto il servizio militare per poter procedere nell’inserimento dei dati.
Per tutto il resto ribadiamo la necessità di scelte serie e ponderate da parte del Ministero: gli interventi debbono essere strutturali, se non si vogliono gettar via i soldi.
Quindi, per iniziare: piano straordinario di assunzioni a settembre, per rendere possibile la creazione di classi che non vadano oltre i quindici studenti. L’idea suggerita più volte di impiegare a settembre gli aspiranti al concorso straordinario e di perfezionarne l’assunzione a tempo indeterminato alla fine dell’anno scolastico, previa valutazione dell’anno di servizio, sarebbe preferibile alla casualità di una prova concorsuale.
Quanto al corpo docente, bisogna ricordare che abbiamo gli insegnanti più vecchi del mondo e i peggio pagati rispetto ai Paesi europei con cui dobbiamo confrontarci. È necessario porre rimedio a questi due problemi.
Infine, ma non ultimo, bisognerà che collettivamente si rifletta sulle finalità dell’educazione e della scuola: sino a quando il mito dell’ “occupabilità” verrà considerato come centrale saremo certi di avere una scuola mediocre ed asservita al primato dell’economico.
Non è poco, ma è necessario che il Paese si muova se non vuole che alla crisi sanitaria faccia seguito, in tempi brevi, una crisi sociale e culturale di ampia portata.
Alla ministra Azzolina e al suo direttore generale Max Bruschi consiglieremmo toni meno enfatici e trionfalistici. Se poi volessero essere sino in fondo coerenti con se stessi , in nome di quella “meritocrazia” in cui credono, non avrebbero altra scelta che rassegnare le dimissioni, viste le loro trovate estemporanee, caratterizzate da manifesta incompetenza.
Giovanna Lo Presti
portavoce nazionale CUB Scuola
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