Sulle nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, introdotte dal decreto ministeriale 183 del 7 settembre 2024, la Flc-Cgil promette battaglia.
Secondo il sindacato d Gianna Fracassi, il documento manifesta una visione di scuola che subordina l’educazione alle esigenze economiche e di profitto, privilegiando una prospettiva ideologica improntata a valori nazionalistici, identitari e individualistici. Impostazione che, sottolinea il sindacato, rischia di allontanarsi dal principio di un’educazione laica, pluralista, inclusiva
Alla Flc non piace neppure l’articolazione dei nuovi obiettivi di apprendimento e dei contenuti proposti che, nella loro prescrittività, rischiano anche di annullare di fatto il lavoro di progettazione didattica svolto in autonomia dalle scuole negli ultimi quattro anni.
Secondo il sindacato di Fracassi le nuove Linee Guida rappresentano di fatto una limitazione dell’autonomia scolastica e della libertà di insegnamento e risulterebbero persino poco coerenti con la stessa Legge 92/2019 che aveva istituito l’insegnamento dell’educazione civica.
Le indicazioni del decreto ministeriale sembrerebbero contraddire i principi, gli obiettivi e le competenze previste dalla legge, generando un potenziale conflitto normativo dal momento che un decreto ministeriale non può prevalere né contraddire una legge.
In un proprio documento diffuso in questi giorni il sindacato afferma: “La FLC CGIL sostiene quindi le scuole che intendono dare continuità all’esperienza maturata nel corso degli anni, continuando a esercitare le proprie competenze professionali nell’ambito delle deliberazioni collegiali e dell’autonomia scolastica”.
Per la verità noi stessi abbiamo parlato dei limiti delle nuove Linee Guida sottolineando le incongruenze del documento ministeriale.
Tutto da affrontare (e da risolvere) è il nodo relativo a chi deve insegnare l’educazione civica (un insegnante specializzato nelle discipline giuridiche o l’intero team della classe?)
Senza considerare il fatto che le Linee Guida sembrano attente più alla “trasmissione” di conoscenze che alla costruzione condivisa di comportamenti corretti e rispettosi delle regole sociali.
Un’ultima considerazione andrebbe fatta anche su una questione che – proprio di questi tempi – appare particolarmente importante: nelle Linee Guida ricorrono più volte le parole patria, nazione, sviluppo economico, mentre risulta del tutto assente il termine pace.
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