Sono uscite da poco le linee Guida per la Scuola dell’infanzia che prevedono soluzioni organizzative (gruppi) e igieniche che rischiano di essere vanificate da una serie di problemi endemici se non si interviene con urgenza.
Non è un mistero per nessuno che in alcuni plessi (fortunatamente non in tutti) le aule non vengano riattintate dai tempi di Noè e le mura screpolate ed umide siano nascoste alla vista da cartelloni e murales frutto dell’attività didattica di maestri/e che tra mille difficoltà tentano di rendere accogliente un ambiente che, a volte, manca dei più elementari requisiti di sicurezza e di igiene a cominciare dai bagni e dall’impianto elettrico.
Senza andare a scomodare la norma UNI 11034 “Servizi all’infanzia” (che rappresenta uno dei tanti strumenti rivolti alle realtà operanti nel settore dei servizi all’infanzia con bimbi compresi in fasce di età comprese tra 0 e 36 mesi e tra i 3 e i 6 anni che pone particolare attenzione all’ambiente educativo, l’organizzazione e la gestione degli spazi e degli arredi ) o senza andare a rileggere le norme, ormai obsolete, in materia di edilizia scolastica , appare evidente che scuole dell’infanzia (ma più in generale le scuole di ogni ordine e grado) ripartiranno senza affrontare le criticità strutturali preesistenti, ivi compresi il problema dei problemi che è il rapporto numerico tra insegnanti e bambini reso ancora più problematico da una organizzazione in gruppi che, secondo le Linee Guida, dovranno essere “stabili organizzati in modo da essere identificabili, con l’individuazione per ciascun gruppo del personale educatore, docente e collaboratore”
Mi chiedo? Ma chi ha stilato queste Linee Guida è mai stato in una scuola? In particolare è mai stato in una Scuola dell’Infanzia con bambini dai 3 ai 5 anni?
Giorgio Mottola